Enna Calcio: Dopo un decennio addio all’Eccellenza

A capo chino e senza poter recriminare. È così che l’Enna è ritornata in Promozione dopo una stagione deludente. L’ultima volta che i gialloverdi misero piede in Promozione era il 29 aprile del 2001, giorno in cui, battendo 3-1 il Licata riconquistò la massima serie regionale. Protagonisti di quel successo furono i vari Lo Cicero, Murabito, Giuffrida, Satta o Costanzo guidati da Giovanni Falzone. Era l’Enna che dominava e domava corazzate quali Licata o Raffadali. Quella domenica lo stadio “Gaeta” era una bolgia, oltre due mila persone che gioivano e sognavano nella speranza di aver chiuso col passato. In realtà i primi anni furono soddisfacenti, come ricordare le stagioni con Pino La Bianca in panchina, anni in cui l’Enna disputava i play off. In tanti ricordano ancora lo spareggio promozione nel 2006 tra gli ennesi e l’Akragas e quel tiro di Petralia uscito d’un soffio che avrebbe spezzato quello 0-0. Ma tolta l’iniziale delusione, fu festa lo stesso perché quella squadra possedeva come una pozione magica capace d’infondere fiducia. E dire che già allora le casse societarie soffrivano la crisi. Ma ancora non erano entrati in gioco certe circostanze che hanno distrutto quanto di buono era stato fatto in quegli anni. Stagioni in cui il fattore “Gaeta” era decisivo, da lì non si passava, qualsiasi era l’avversario. Non si conoscevano sconfitte con goleade e se si perdeva, si faceva con dignità. Altri tempi che ormai fanno parte del passato. Oggi, invece, c’è da pensare al futuro e su come rialzarsi. Innanzitutto servirà tanta umiltà dei prossimi dirigenti, chiunque essi siano. Troppe volte negli ultimi anni la città è stata presa in giro con false illusioni a cui nessuno ha più creduto. Dovrà esserci una società degna di poter rappresentare l’Enna, una dirigenza formata da un gruppo solido di investitori possibilmente locali. E qui entra in gioco la città che dovrà svegliarsi e riprendersi in mano questo patrimonio. Ci sono tanti mesi per lavorare a questo progetto, non si dovrà attendere l’ultimo momento sperando che l’attuale società passi la mano in quanto stanca perché questo non accadrà mai. Ultimo, ma non meno importante, è l’organico. Il punto forte dell’Enna dovrà essere il settore giovanile come serbatoio della prima squadra; ben vengano le collaborazioni con altre società, ma l’Enna, così come ha fatto in passato, dovrà dipendere da sé stessa proprio come ha fatto negli anni prima di questa crisi, quando tanti ennesi passavano dalle giovanili alla prima squadra con risultati eccezionali.

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redazione-vivienna