Quando le speranze sembravano ormai perse, ecco arrivare la notizia lieta per l’Enna che, finalmente, oggi tornerà a giocare al “Gaeta” dopo quasi quattro mesi di peregrinare nei campi della provincia di Enna, Caltanissetta e Catania, può disporre del proprio stadio anche se a porte chiuse.
Per la società è comunque un passo in avanti e soprattutto un notevole costo in meno da affrontare in tempi di grande crisi per le casse societarie tanto da affidarsi solo a giocatori locali, e giovani, a cui è stato promesso solo un rimborso per le spese necessarie. Oggi pomeriggio, alle ore 15, l’Enna dovrà tenere testa alla capolista Città di Messina che arriverà nel capoluogo ennese con l’intento di far festa così come è avvenuto per tutte le altre avversarie che hanno incontrato i gialloverdi. Non è una novità che l’Enna in questa stagione sia diventata terra di conquista per tutti. Il timore odierno è quello di soccombere sotto una caterva di gol così come è avvenuto contro tutte le grandi del girone. La settimana scorsa contro il Vittoria è finita con un tennistico 7-0, ma già altre avevano bancheggiato sulle spoglie ennesi.
La notizia del ritorno dell’Enna al “Gaeta” non ha entusiasmato i tifosi e poco centra la disputa a porte chiuse, ma è la situazione che è venuta a crearsi che ha allontanato la tifoseria soprattutto dalla società e, di conseguenza, dalla squadra abbandonata a se stessa. Sarà quindi una partita inusuale in uno stadio silente, ma pronto ad accogliere la sfida tra una squadra – il Città di Messina – che punta dritto a vincere il campionato ed una squadra – l’Enna, appunto – che al suo risultato stagionale c’è vicina, ossia la retrocessione diretta in Promozione con tutti i dubbi del caso per il futuro.
Nessuna novità nella formazione ennese, neanche per quel che riguarda la posizione di Riccobene, Strarrantino e Colombo che, salvo ripensamenti dell’ultima ora, non saranno presenti. Dei tre, in disaccordo con la società, non si hanno notizie già da giorni nonostante qualche dirigente abbia cercato di mettersi in contatto con loro. Questo silenzio fa pensare che la loro è una decisione definitiva e che non faranno più parte del progetto ennese. Naturalmente per una scelta loro. La parola adesso passerà al campo dove l’Enna spera di limitare i danni e prega affinchè non ci sia la solita catastrofe.