Sul fatto che l’onorevole Colianni saluti positivamente il commissariamento come fatto fondamentale per “cominciare a fare un pò di pulizia, permettere una elezione legittima di tutti gli organi democratici e mettere fine alle strumentalizzazioni e agli orticelli di potere che si sono creati”, tradisce il suo pensiero distorto sull’esercizio della democrazia, e forse anche quello di chi sino ad ora ha taciuto e di chi, del commissariamento, ne è l’autore.
Riteniamo che sia estremamente grave e pericoloso, specialmente per un rappresentante delle istituzioni, pensare che tutto quello che non corrisponde ai suoi desiderata, solo per questo, diventi di colpo illegale e antidemocratico, mentre l’utilizzo distorto del potere e la manipolazione delle regole per affermare le proprie convinzioni, sia perfettamente legale”.
Continua la nota stampa: “La designazione dei componenti il Consiglio Camerale è stato fatto nel pieno rispetto delle regole, sono state vagliate dall’assessorato tutte le procedure, la titolarità e la legittimità dei soggetti indicati, sono stati esclusi, proprio grazie ai meticolosi e puntuali accertamenti fatti dalla Camera di Commercio e dagli uffici dell’assessorato, i soggetti che non avevano titolo per accedere alle cariche in oggetto, per il resto nulla è stato eccepito né contestato alle associazioni di categoria né ai soggetti da queste indicati.
Una democrazia fondata sull’esautoramento dei legittimi rappresentanti del territorio per sostituirli, d’imperio, con un organo autocratico, che deve servire a “fare pulizia”, nominato da un soggetto che, in assenza di giustificati motivi, non ne ha titolo, sa piuttosto di regime autoritario che noi condanniamo con tutte le nostre forze.
Se l’onorevole Colianni, l’onorevole Venturi e chiunque altro, ritengano che le procedure che hanno portano alla designazione dei rappresentanti del Consiglio Camerale siano irregolari, o che i soggetti designati non abbiano i requisiti legali e/o morali, non debbono appellarsi all’istituto del commissariamento, ma debbono pubblicamente e nelle sedi opportune, denunciare, in maniera precisa e puntuale fatti e persone”.
Non poteva mancare l’affondo: “Altrimenti quello che si sta consumando in questi mesi in provincia di Enna è la sommaria delegittimazione di una intera classe dirigente, delle associazioni di categoria e del mondo imprenditoriale. Noi ci opponiamo fermamente al commissariamento e non per questo ci sentiamo contrari al cambiamento, tutt’altro. Alla luce dei fatti che si sono consumati in questi mesi, riteniamo invece che il cambiamento non sia soltanto utile bensì necessario e questo dovrà avvenire in maniera veramente democratica, non attraverso il sommario commissariamento di enti, istituzioni ed associazioni, bensì attraverso una seria selezione della rappresentanza politica di questa provincia, perché è ora che emergano soggetti all’altezza del compito che viene loro affidato, ovvero che siano in grado di difendere il territorio, rispettino le regole e la legalità, siano capaci di pianificare e programmare azioni concrete di sviluppo sia nel campo economico, che sociale e culturale.”
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