Artigiano di Troina: “Io ho già vissuto in Argentina quello che temo mi accadrà qui in Italia”
Troina - 18/01/2012
Troina. Da quello che si sente dire su come la gente vive le conseguenze di questa cura da cavallo per mettere in regola i conti dell’Italia, una cura che rischia di debilitarla, non c’è da stare allegri sul presente e sul futuro di questo piccolo paese che è Troina, in costante ed inarrestabile declino demografico (9673 abitanti al 31 dicembre 2011) e con una economia in affanno. “Io ho già vissuto in Argentina quello che temo mi accadrà qui in Italia”, ci ha detto un artigiano falegname troinese. che è tornato a Troina dall’Argentina da molti anni. Non è il solo a temere che possa abbattersi anche qui da noi quella sorta di apocalisse finanziaria che ha subito l’Argentina qualche decennio fa e che sta subendo oggi la Grecia. Un altro artigiano del comparto del mobile, insediato nella zona artigianale Libero Grassi, ci ha confidato che, nonostante abbia avviato un intesa ed estesa campagna pubblicitaria per spingere la gente ad acquistare mobili e cucine a prezzi molto competitivi, non c’è stata la ressa nel suo stabilimento. Il socio di una grossa officina meccanica, che vende anche auto nuovo, è preoccupato per il calo nella vendita di auto e per le difficoltà che hanno i clienti della sua officina a pagare i prezzo delle riparazione delle auto: “Se prima avevamo il 20 % di clienti con difficoltà di pagamento ed l’80 % di clienti che pagavano subito, da un po’ di tempo questo rapporto si è rovesciato. Adesso è l’80% di clienti che non paga subito. Non si tratta, come si dice a Troina, di ‘malipajaturi‘. Il problema è che adesso sono in tanti a non avere soldi per pagare le riparazioni”. Il paese sta attraversando una fase molto difficile. La disoccupazione in paese, soprattutto quella giovanile, è un dato ormai strutturale. Le difficoltà di alcune aziende del gruppo Oasi, come la Tipografia Villaggio Cristo Redentore e la casa Editrice Oasi Città Aperta, non fanno che peggiorare questo dato della disoccupazione strutturale. La crisi ha spinto persino le associazioni di categoria dei lavoratori autonomi, artigiani e commercianti, a lasciar perdere le loro tradizionali rivalità per agire insieme, con spirito unitario, nel porre al centro dell’attenzione delle istituzioni pubbliche, dei partiti politici, delle rappresentanze parlamentari e delle altre forze sociali non tanto i temi della crescita, ma della sopravvivenza delle aziende artigiane e commerciali. E’ la percezione della mancanza di prospettive a rendere più acuto lo stato di disagio degli strati sociali in cui si articola la società troinese, in particolar modo dei ceti medi in declino e dei lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro e di lavoratori disoccupati che lo cercano e non lo trovano. E’ un momento difficile che richiede coesione sociale e senso di appartenenza comunitaria, che non cadono dal cielo. Coesione e senso di appartenenza sono delle costruzioni culturali e sociali che possono fare solo dei gruppi dirigenti in senso lato di riconosciuta autorevolezza. L’inadeguatezza di gran parte dei gruppi dirigenti del paese ad assolvere questo compito è un altro aspetto non secondario della crisi di Troina.
Silvano Privitera