A proposito del reparto di Neonatologia dell’ospedale Umberto I, il dottor Tuminelli ha voluto chiarire delle situazioni che si sono verificate qualche settimana fa a causa della riduzione improvvisa di medici nel suo reparto con l’andata in pensione del dottor Margani e la richiesta di una breve sospensione dal servizio della dottoressa D’Angelo: “Per quasi 40 giorni ho diretto il reparto da solo, giorno e notte – ha dichiarato il primario del reparto – ma non c’è stata alcuna chiusura del reparto, che ha funzionato regolarmente con la collaborazione del personale paramedico.Tra l’altro un reparto come il nostro di prima assistenza non si può chiudere e bisogna lavorare a pieno ritmo perché ci sono esigenze primarie che riguardano i nascituri che devono essere fatte ”. Giovedì mattina il dottor Tuminelli si è presentato alla direzione generale dell’Azienda sanitaria provinciale per evidenziare lo stato di disagio del reparto e, quindi, la necessità di completare al più presto l’organico dei medici del reparto che non può di certo proseguire in queste condizioni, specie con il grande carico di lavoro che il reparto ha giornalmente.
Tornando alla chiusura del punto nascita di Nicosia, che non supera le 500 nascite all’anno, i sindaci della zona nord della provincia dovranno intestarsi una grande battaglia perché la chiusura del punto nascita potrebbe rappresentare un grave danno per la popolazione. Da Cerami a Troia, da Nicosia a Sperlinga, Gagliano per raggiungere Enna bisogna percorrere oltre 50 chilometri di strade disagiate, pericolose, specie nel periodo invernale, per cui la puerpera potrebbe correre pericoli notevoli nel trasferimento all’ospedale di Enna.
“Prima di operare una chiusura di questo punto nascita – commentano alcuni medici – sarebbe opportuno che i responsabili dell’assessorato regionale alla sanità facessero in macchina o in ambulanza queste strade. Speriamo che con il ricorso la situazione possa aggiustarsi ed arrivare alla riapertura del punto nascita di Nicosia”.