Ieri mattina presso l’auditorium “Falcone e Borsellino” del palazzo di giustizia ennese, presenti il Procuratore della Repubblica, Calogero Ferrotti, del Sostituto Francesco Rio, del comandante provinciale dei carabinieri, tenente colonnello Baldassare D’Aidone, del capitano Luca Ciabocco, del capitano Giuseppe Marseglia e della dottoressa Bonanno della Soprintendenza ai Beni Culturali, si è fatta la cronistoria di questo vaso, che clandestinamente partito da Centuripe è arrivato, non si sa come, in Australia e poi venduto,via internet per cinquemila euro, è approdato a Lisbona presso un collezionista privato. Proprio la vendita via internet ha consentito, nel 2009, di aprire le indagini da parte della Procura della Repubblica ennese,attraverso il Sostituto Marcello Cozzolino, e poi seguita dall’attuale Sostituto, Francesco Rio, che assieme a due carabinieri del Nucleo di Tutele del patrimonio Culturale, si è recato a Lisbona e con la collaborazione della polizia giudiziaria portoghese ha incontrato il collezionista,che ha collaborato in maniera totale, restituendo il vaso, che così è potuto tornare nella sua terra di origine.
“Non c’è dubbio che la collaborazione con la polizia portoghese ha agevolato molto il nostro lavoro – ha dichiarato il dottor Francesco Rio – il vaso c’è stato restituito,chiudendo indagini che erano partite da Enna nel 2009 e che si sono concluse qualche giorno fa, apprendendo che lo stesso era stato acquistato in un’asta privata”. Soddisfatto il capitano Giuseppe Marseglia, che di reperti importanti all’estero clandestinamente, ne ha recuperato veramente tanti. “Non c’è dubbio che la nostra attività è diventata globale – ha dichiarato il responsabile del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale – e c’è una collaborazione a tutto campo da parte di tutti i paesi nel recupero delle opere d’arte, trafugate clandestinamente. Il recupero di questo vaso è la riprova che il nostro lavoro sta dando risultati eccellenti”.