Catenanuova. Solo 15 anni, una vita bruciata in una scintilla

Catenanuova. Solo 15 anni, una vita bruciata in una scintilla, cosi muore un giovane studente, Federico Maita, benvoluto da tutti, con un solo torto, quello di vivere in una società che va avanti modo frenetico, senza mai occuparsi delle loro esigenze, della loro precarietà economica che, fatalmente, riesce a disgregare l’equilibrio anche delle famiglie forti, con sani principi, dove quel poco lavoro che c’è non riesce a dare un vero senso alla vita.

Un modo di rammaricarsi per l’accaduto è palpabile nel tessuto sociale catenanuovese ed è allora che Catenanuova diventa una famiglia, così come lo è stata stasera, nell’accompagnare la giovane salma all’ultima dimora in un corteo lungo e dolente, in una chiesa gremita all’inverosimile che non è riuscita a contenere, l’immensa folla assiepata nella piazza antistante.

Un ragazzo, Federico, dal volto piacevole, con una squadra del cuore dal colore bianconero, la Juve, e la sua bandiera di tifoso ad avvolgerlo, mentre fuori sui muri esterni, la sua foto e tanti messaggi d’addio dai tanti compagni di scuola, in fila per guidare il corteo funebre stringendo fra le mani fiori bianchi.


“Catenanuova è davvero una grande famiglia, ma quando succedono – ha sottolineato la signora R.P – queste cose ti colpiscono diritto al cuore e con rabbia ti fanno riflettere, dando la colpa alle istituzioni spesso in netto ritardo nel prevenire disagi familiari, mal interpretando la necessità di avere il minimo indispensabile per un sostegno alimentare, un sussidio per affrontare la quotidianità e devo dire che qualche anno fa le associazioni, il banco alimentare, l’amministrazione comunale, erano maggiormente presenti nel valutare ed intervenire presso nuclei familiari in difficoltà ed è auspicabile nel futuro una maggiore attenzione”.

Carmelo Di Marco

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redazione-vivienna