Sviluppi sulle rapine al Monte dei Paschi di Siena di Piazza Armerina

Piazza Armerina. All’indomani del maxi arresto, effettuato dalla squadra Mobile e dagli agenti del commissariato di Piazza Armerina, di un gruppo di catanesi autori di rapine ad istituti bancari di Sicilia, Lombardia, Lazio, Marche e Calabria, arriva una notizia interessante e per certi aspetti clamorosa, riguardante le rapine (cinque) che si sono consumate a danno del Monte dei Paschi di Siena di Piazza Armerina. Sostanzialmente, gli investigatori ennesi hanno scoperto, esaminando, probabilmente i fotogrammi del sistema di video sorveglianza dell’istituto di credito, che una delle rapine consumate è stata eseguita da altri rapinatori che non facevano parte del gruppo che era guidato dai catanesi Mario Marino e Giuseppe Agatino Cavallaro. Ne sono convinti gli investigatori ennesi, che hanno condotto un’inchiesta durata due anni, tra intercettazioni, appostamenti e pedinamenti. La banda capeggiata dai catanesi Marino e Cavallaro erano abbastanza attrezzati tanto è vero che avevano la disponibilità di un’ambulanza che serviva a depistare eventuali inseguitori e che a Piazza Armerina ha fruttato circa 68 mila euro. L’entità del bottino di questo quinto “colpo” è la più bassa, si tratta di un bottino di appena 6 mila euro e risale al 30 giugno 2009 in via Ammiraglio La Marca. Una rapina,effettuata con grande precisione e massima rapidità tanto è vero che l’unico cliente presente in quel momento all’interno dell’istituto di credito non si sarebbe accorto di nulla. I due giovani, uno con il casco in testa, l’altro a volto scoperto, intorno alle 15,30 , hanno chiesto, armati di taglierino, alla cassiera la consegna di tutto l’incasso. Presi i soldi sono usciti tranquillamente, allontanandosi a bordo di una moto. Gli investigatori proseguono le indagini con grande accuratezza, coordinati dal Procuratore della Repubblica Calogero Ferrotti e del Sostituto Paola D’Ambrosio e molta parte del materiale, specie quello della ripresa effettuata dal sistema di videosorveglianza è passato per competenza alla Procura di Catania per vedere di poter individuare i due soggetti, che hanno effettuato la rapina. A Piazza Armerina le rapine sono complessivamente cinque, così come a Niscemi. Le altre rapine hanno riguardato agenzie di altri gruppi bancari, alla Popolare di Lodi, alla Credem, “Credit Agricole” di Melegnano, alla Banca di Credito Coop di Cernusco sul Naviglio, alla Intesa San Paolo di Abbiategrasso. Gli “operai” (come li chiamavano nelle intercettazioni gli arrestati), subito dopo la rapina, avevano un compenso che si aggirava intorno ai mille euro. Il resto finiva nelle mani di basisti e dei due organizzatori, che gestivano il liquido in maniera parsimoniosa, sostenendo economica anche le famiglie degli arrestati. Ad interrogarli, probabilmente lunedì prossimo, sarà il Gip presso il tribunale di Enna, David Salvucci, a meno che lo stesso non voglia chiedere una rogatoria.

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redazione-vivienna