La proposta del consigliere Mascali non è passata per un voto. Hanno, infatti, votato a favore 9 consiglieri mentre altri 9 consiglieri hanno votato contro e 2 si sono astenuti.
“Il regolamento del consiglio comunale prevede che le proposte debbano essere approvate dalla maggioranza dei consiglieri presenti”, osserva con rammarico Mascali. Ma non è solo questo il motivo che gli ha procurato amarezza. Ce ne sono degli altri. Mascali si aspettava che il suo emendamento sarebbe stato approvato dal consiglio comunale all’unanimità. Invece, le cose sono andate diversamente. Hanno votato a favore dell’emendamento del consigliere Mascali, che è di centrodestra, 8 consiglieri comunali del centrosinistra: Giovanni Suraniti (Pd), Walter Giuffrida (Ps), Angelo Impellizzeri (Pd), Fabio Venezia (Pd), Alfio Giachino (Pd), Silvestro Miraglia (Pd), Fabio Siciliano (Pdci) e Salvatore Barbirotto (Lista Scorciapino). Hanno voto contro 7 consiglieri del centrodestra: Daniele Litteri (Udc), Francesco Schinocca (Mpa), Luca Maccarrone (Mpa), Antonio Insinga (Mpa), Giuseppe Costanzo (Pdl), Giuseppe Di Fini (Pdl) e Filippo Cantale (Lista Costantino). Hanno votato contro l’emendamento proposto da Mascali anche i due consiglieri del Pd Francesco Cantale e Davide Saraniti. Si sono astenuti i consiglieri Salvatore Trovato Salinaro (Lista Scorciapino) e Afredo Di Muni (indipendente).
Amaro è il commento del consigliere comunale Mascali a questa decisione del consiglio comunale: “Ciò che stupisce è che tutti i consiglieri, nel corso di questi ultimi mesi, di fronte ad una serie di furti che si sono verificati ai danni dei nostri concittadini, si sono dichiarati favorevoli ad attivare tutti quegli strumenti necessari a contrastare la microcriminalità”. Oltre a questo della videosorveglianza, da lui proposto, Mascali ne aveva sottoscritti altri emendamenti al bilancio comunale proposti dai consiglieri del centrosinistra. Ma a titolo personale perché l’Associazione Responsabilità Civica di centrodestra, di cui Mascali fa parte, lo sconfessa invitandolo a “dichiarare la sua indipendenza dalla stessa”. Dopo l’uscita del consigliere comunale di Alfredo Di Muni dall’Udc in forte polemica con il suo stesso partito di provenienza e con la coalizione di centrodestra che sostiene l’amministrazione comunale, adesso sono due i consiglieri di centrodestra che votano spesso come votano i consiglieri di centrosinistra. Ma anche il gruppo consigliere del Pd e quello della Lista Scorciapino, che fanno parte della coalizione di centrosinistra, non sempre votano compatti in consiglio comunale. La cosa è molto più seria per il Pd, che è il maggiore partito della coalizione di centrosinistra, che non per la Lista Scorciapino, che è un cartello elettorale. E’ l’inteso sistema politico locale ad essere in profonda crisi, come lo è la società troinese nel suo complesso. Il Pd è il partito cardine della coalizione di centrosinistra, ma per poter svolgere con successo questa funzione deve tenere delle posizioni univoche in consiglio comunale. Altrimenti, il Pd troinese non viene percepito come una forza in grado di contribuire in misura determinante al superamento della crisi che sta vivendo Troina, ma come un aspetto di questa crisi.
Silvano Privitera