Enna. Una lettera, firmata da dieci sindaci della provincia su venti, è stata inviata alla procura regionale della Corte dei Conti, al presidente del collegio dei liquidatori e ai revisori contabili della società Ato Enna Euno per diffidare il collegio di liquidazione a “non dare esecuzione all’illegittimo atto di indirizzo” e per chiedere alla corte dei conti di voler “intervenire affinché venga evitato ed arginato il già gravoso ed esistente dissesto finanziario”. I sindaci dei comuni firmatari sono: Gaetano Giunta di Agira, Pino Capizzi di Assoro, Angelo Ferrigno di Barrafranca, Michele Pitronaci di Cerami, Salvatore Prinzi di Gagliano, Filippo Buscemi di Nissoria, Vincenzo Emma di Pietraperzia, Gaetano Punzi di Regalbuto, Salvatore Costantino di Troina e Giuseppe Matarazzo di Sperlinga.
Con delibera del 15 luglio 2011, l’assemblea dei soci dell’Ato, a maggioranza, aveva approvato un atto di indirizzo al collegio di liquidazione per l’acquisizione di tutto il personale dalla società Sicilia Ambiente alla società Ato, senza la necessaria copertura finanziaria, pertanto i dieci sindaci sottoscrivono una lettera nella quale si legge: “La società Ato, in liquidazione per gli ingenti debiti accumulati, assumendo in carico tutto il personale della società Sicilia Ambiente non riuscirebbe ad assolvere alla copertura finanziaria del servizio rifiuti, in quanto solamente il pagamento degli stipendi a tutto l’esuberante personale eccede la somma destinata dai consigli comunali per finanziare i piani economico-finanziari. Tale trasferimento potrebbe legittimamente avvenire, anche con il nostro consenso, solamente dopo l’attivazione delle procedure di contenimento della spesa nei limiti del costo deliberato dai consigli comunali nell’approvazione dei piani tecnico-finanziari, in ottemperanza al mandato dell’assemblea dei soci al collegio di liquidazione già nella seduta del 26 luglio 2010, ribadita nella seduta del 15 gennaio 2011”. A ciò il sindaco di Gagliano, Salvatore Prinzi, aggiunge: “Il piano economico finanziario in vigore nella società Ato è uguale alla somma dei singoli piani finanziari dei comuni, per un totale di 19 milioni di euro, mentre, incamerando tutto il personale di Sicilia Ambiente, solo il pagamento di tutti gli emolumenti al personale ammonterebbe a 24 milioni di euro. Abbiamo scritto alla procura regionale della corte dei conti perché, per coprire il costo, dovrebbero provvedere i comuni soci, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria e i servizi offerti ai cittadini”. Infine Prinzi tiene a precisare: “Noi sindaci non siamo contrari per principio al suddetto trasferimento, ma, come ribadito all’unanimità nelle sedute di assemblea del 26 luglio 2010 e del 15 gennaio 2011, ciò potrebbe avvenire solo dopo l’attivazione delle procedure di contenimento della spesa con contratti enti locali (anziché Federambiente, consentendo così un abbattimento del costo del 30%), attivazione di ammortizzatori sociali, nei limiti del costo complessivo deliberato dai consigli comunali”. Prinzi si appella infatti alla legge 9 del 2010, la quale prevede che almeno il 90% del personale sia utilizzato operativamente nei cantieri, mentre gli amministrativi dovrebbero essere il 10% di tutto il personale.
Valentina La Ferrera