Sfidano il caldo e questa manovra correttiva che ”annienta le popolazioni e non tiene conto dei piccoli Comuni, che sono una ricchezza e un valore per l’Italia”. Sono i rappresentanti dei piccoli Comuni, che davanti alla sede della Camera manifestano la propria contrarietà ad un decreto che vuole accorpare le amministrazioni con meno di 1.000 abitanti. Tanti, da tutta Italia, chiedono ”la cancellazione del decreto”. Più di cento sindaci, tutti con le fasce tricolori indosso, e altrettanti gonfaloni comunali di diversi colori e ancor più simboli. Una protesta colorata e chiassosa, a testimoniare la vitalità dei piccoli Comuni.
Fischietti, trombette, cori, tra cui quello dell’inno di Mameli: i piccoli comuni si fanno vedere e sentire così, tutti uniti nel loro destino, ma soprattutto nella loro appartenenza: l’Italia. ”Siamo noi, siamo noi, i Comuni dell’Italia siamo noi”, cantano intonando una canzone da stadio. E poi si comincia: ”Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta…”, con i gonfaloni in alto in bella mostra, e con gli striscioni in bella vista.
”Abbatteggio (Pescara) va salvato, il decreto va bruciato”, recita uno striscione. ”L’annullamento dell’identità culturale, storica e amministrativa è anticostituzionale – Ventotene”, si legge su un secondo, mentre tanti residenti di questi comuni sfoggiano, appesi al collo, falsi annunci mortuari col nome del proprio Comune.
Serramonacesca (Pescara, 656 abitanti), Cappadocia (L’Aquila, 538 abitanti), S.Pietro in Amantea (Cosenza, 670 abitanti), Gagliano Aterno (L’Aquila, 300 abitanti): sono solo alcuni dei Comuni presenti oggi per dire ‘no’ a ogni ipotesi accorpamento e a questa manovra.
”Aspettiamo il nuovo testo con l’auspicio che quello che verrà rielaborato in seguito all’iter parlamentare presenti una sostanziale revisione”, afferma Marco Guerra, presidente dell’Anpci, l’associazione dei piccoli Comuni.
n.d.r.: Alla nostra redazione ad oggi non è pervenuta nessuna notizia da parte dell’Amministrazione di Sperlinga in merito a quanto previsto dalla “Manovra bis”
“Accogliamo con soddisfazione la disponibilita’ del governo nazionale a ridiscutere la norma della manovra che cancellava i piccoli comuni. Sin dal primo momento, abbiamo sostenuto che non era questa la ricetta per ridurre i costi della politica. L’unico risultato sortito da quella norma, a fronte di un risparmio veramente esiguo, sarebbe stato di cancellare l’identita’ di piccole comunita’ con secoli di storia e che sono, al contrario, un patrimonio culturale da difendere”.
Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, che ha aggiunto: “la Regione siciliana sta lavorando a un disegno di legge per la razionalizzazione dell’assetto degli enti locali che valorizzi i consorzi di comuni. Sotto questo profilo, forse sarebbe il caso che la manovra del governo nazionale seguisse la stessa strada, per quanto riguarda il ruolo delle province. Un vero decentramento e un concreto risparmio dei costi delle amministrazioni si possono realizzare proprio attraverso i consorzi tra comuni, come noi, in Sicilia, vogliamo fare”.
Ultima ora= Sottosegretario Letta comunica: non più soppressione per piccoli Comuni