Barrafranca. Ucciso 45enne davanti stesso bar omicido di Santo Stefano. Giovane colpito di striscio
Enna-Cronaca - 11/08/2011
Omicidio di stampo mafioso questa sera, intorno alle 18,30 a Barrafranca. A cadere sotto i colpi di un killer è stato Gianni Tambè, 45 anni, commerciante, pregiudicato, ex sorvegliato speciale.
Gianni Tambè lascia la moglie e due figli, due anni fa era stato coinvolto nell’operazione antidroga Plutone, condotta dalla squadra mobile di Caltanissetta. C’è massimo riserbo sulle indagini anche se è possibile trovare un collegamento con l’ultimo omicidio avvenuto a Barrafranca la sera di Santo Stefano il 26 dicembre scorso, quello di Maurizio Marotta, visto che i due omicidi sono avvenuti a distanza di pochi metri l’uno dall’altro e con lo stesso modus operandi. Entrambi sono stati uccisi in via della Repubblica da un killer col volto travisato e armato di una pistola calibro 7,65. Il killer di Gianni Tambè ha agito con una certa spregiudicatezza, è entrato nel bar alla ricerca di Tambè con il volto parzialmente travisato, Tambè ha capito che il killer era entrato per lui, ha cercato di scappare, ma è stato freddato da due colpi di pistola, mentre un ragazzo è stato colpito di striscio da una pallottola vagante ed è stato medicato all’ospedale Umberto Ie dimesso. Il killer dopo aver esploso decine di colpi è fuggito a bordo di una Fiat Panda guidata da un complice. Tambè aveva in tasca la somma di 2.600 euro. Sul luogo del delitto sono arrivati quasi subito i figli di Tambè, che poi hanno seguito l’ambulanza fino al S.Elia di Caltanissetta, ma Gianni Tambè è morto durante il tragitto.
Ad indagare la Dda di Caltanissetta
Il 6 novembre 2010 Gianni Tambè fu arrestato nell’ambito di un’operazione antidroga coordinata dalla D.D.A. di Caltanissetta nell’anno 2008 con l’accusa di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il Tambè era stato successivamente scarcerato e sottoposto dapprima agli arresti domiciliari e poi alla misura dell’obbligo di firma presso il Comando Stazione di Barrafranca. La Corte di Cassazione, pronunciatasi a seguito di ricorsi nel procedimento penale in questione, tenuto conto dei precedenti ed i gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso delle indagini a carico di Gianni Tambè dispose nuovamente la custodia cautelare in carcere.
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