A Nicosia la commedia “Maliditta la miseria” di Eduardo Scarpetta
Nicosia - 03/08/2011
“Maliditta la miseria” è una commedia di Eduardo Scarpetta, adattamento e regia di Giuseppe Speciale. In scena: Giuseppe Speciale, Anna Nicolosi, Salvo Scilla, Adriano Dell’Utri, Giuseppe Minnella, Ilaria Giammusso, Ivano Cereda, Giovanna Lomagno, Simona Scarciotta, Raimondo Coniglio, Teresa Calabrese, venerdì 5 all’Orto dei Cappuccini a Nicosia.
Pasquale è uno squattrinato popolano che vive alla giornata facendo lo scrivano e condividendo la casa insieme alla figlia Pupella e alla moglie Concetta, con l’amico Nicolino di professione salassatore, con la rispettiva amante donna Luisella. I cinque sono ridotti allo stremo per mangiare continuano a portare al Monte dei pegni i loro miseri abiti e qualche oggetto prezioso.
Un giorno il marchesino Filiberto bussa alla loro porta per chiedere un favore; è innamorato della bella Elena, ma la sua famiglia si oppone all’unione, poiché la ragazza non è nobile. Il padre della ragazza invece, il cavaliere Paolo Pignata ex cuoco divenuto molto ricco avendo ereditato i beni del suo padrone, è felice di consentire al fidanzamento poiché imparentarsi con dei nobili sarebbe il suo sogno, ma pretende di conoscere i parenti del giovane. Il marchesino dunque chiede a Nicolino e a Pasquale insieme alla moglie di quest’ultimo di travestirsi e fingere di essere i suoi nobili familiari e di presentarsi con lui a casa della sua fidanzata. Don Paolo non si rende conto della messa in scena, e non solo cede la mano della figlia ma riesce ad ottenere il “privilegio” di avere i nobili parenti del marchesino a pranzo.
Ma i colpi di scena sono diversi: Maria cameriera personale di Elena, è la moglie di Nicolino, che anni prima lasciò, stufa dei suoi tradimenti. Nicolino si riappacifica con Maria. Come se non bastasse Luisella che non aveva preso parte alla finzione, si presenta a sorpresa, litigando con Nicoliono e facendo scoprire l’inganno. A questo punto il cavaliere Pignata, padre di Elena scopre tutto e vuole mandare a monte il fidanzamento. Il marchesino però lo convince che il padre ha già dato per iscritto il consenso al matrimonio tra i due ragazzi. Come è tipico della tradizionale farsa, non mancano i colpi di scena, i ribaltamenti di ruolo, le situazioni paradossalmente comiche che s’innescano una nell’altra. Sono tutti spunti possibili per ampliare le scene in altrettante ipotesi comiche, per estendere le trovate narrative in vere e proprie gag. Con la chiara intenzione di rendere quanto più comico possibile il tessuto drammaturgico. Cercando – al tempo stesso – di lasciare intatta la carica ironica del testo, destinandola ai suoi scopi minimi (se non di critica sociale) quanto meno di riflessione.