Sciopero generale a Troina pro dipendenti Oasi Maria?
Troina - 01/08/2011
Troina. Sui ritardi nei pagamenti di stipendi e salari ai dipendenti dell’Oasi Maria SS c’è una presa di posizione delle organizzazioni sindacali presenti all’interno dell’Oasi con una lettera inviata al direttore generale Mario Zappia, ex sindaco di Bronte, di area MPA, con la quale annunciano che “adotteranno ogni legittima forma di protesta, ivi compresa lo sciopero generale”, se entro il 10 agosto non riceveranno gli stipendi di marzo, aprile, maggio giugno e luglio 2011 e non sarà garantito il pagamento regolare delle successive mensilità. Hanno sottoscritto la lettera diverse organizzazioni sindacali: Uil- Fpl, Cisl-Medici, Cisl-Fps, Associazione nazionale dei medici dirigenti (Anaao-Assomed), Associazione unitaria psicologi italiani e Sindacato nazionale biologici, chimici e fisici italiani e dirigenti sanitari del servizio sanitario nazionale (Snabi-Sds). Tra le sigle sindacali che hanno firmato la lettera non compare quella della Cgil perché al sindacato guidato dalla Camusso non sono iscritti dipendenti dell’Oasi. Su quest’assenza pesano le vicende di una ventina d’anni, quando 42 dipendenti dell’Oasi iscritti alla Cgil ingaggiarono una durissima vertenza che si concluse in malo modo con il loro licenziamento. Le organizzazioni sindacali, nella lettera indirizzata al direttore generale Zappia, parlano dell’incontro avuto con lo stesso Zappia il 22 luglio. In quell’incontro “avevano avuto ampie assicurazioni che l’amministrazione aveva già provveduto ad effettuare gli accrediti bancari degli emolumenti per poter assicurare la mensilità di marzo 2011”. Lo stipendio di marzo i dipendenti l’hanno avuto pagato qualche giorno fa. Devono ancora ricevere quello dei 4 mesi successivi. Dal tono della lettera si intuisce che sulle organizzazioni sindacali è forte la pressione dei dipendenti, che vivono una stato di acuto disagio: “nonostante le drammatiche condizioni in cui versano, ormai da decenni, i lavoratori dell’Associazione Oasi Maria SS, le organizzazioni sindacali nell’ultimo tentativo di essere ancora collaborative (e non, come qualcuno pensa, vendute) con codesta a amministrazione, non strumentalizzando gli evidenti disagi dei lavoratori, hanno creduto, forse a torto, di calmierare le agitazioni interne dei lavoratori, espone dosi in prima persona, con il risultato di sostituirsi all’amministrazione stessa, quali obiettivi delle legittime rimostranze dei lavoratori”. Con questa lettera, le organizzazioni sindacali fanno chiaramente capire che non vogliono essere la testa di turco con la quale si abbatte la rabbia dei lavoratori per la drammatica situazione che sono costretti a vivere, loro malgrado, per il mancato pagamento delle mensilità arretrate. Questa lettera è la rappresentazione dello stato d’animo dei dipendenti dell’Oasi che ormai non esprimono più solo disagio ma una vera e propria disperazione resa ancora più acuta dall’assenza di una reazione da parte del paese e delle sue istituzioni, delle sezioni e dei circoli locali dei partiti e delle varie associazioni presenti nella società civile troinese. Assenza di reazione che fa pensare ad un indifferenza verso il dramma che stanno vivendo i lavoratori dell’Oasi. E come se il paese fosse caduto in un torpore dal quale non riesce a svegliarsi. Mi sovviene l’immagine che Anton Jansen, un sociologo olandese, usò in lunghe ed interessanti discussioni che ebbe con me e con il mio amico e compagno di partito Vittorio Fiore nel 1989 su come era cambiata Troina dal 1964, quando partecipò alla ricerca sulle possibilità di sviluppo del paese, al 1989. Ad Jansen Troina sembrava che fosse stata toccata dalla bacchetta magica di una fata benevola mentre dormiva un lungo sonno di 25 anni. “Ma le sarà concesso di restare a dormire per altri 25 anni?”, si chiedeva Jansen. Tutto fa pensare che ancora, dopo altri 22 anni dal quel lontano 1989, Troina stia ancora dormendo. Ora che, per usare l’immagine di Jansen, la fata benevola non c’è più, che cosa fare per svegliare Troina dal suo lungo sonno, prima che sia troppo tardi?
Silvano Privitera