Lo spettacolo dal titolo “Truclentus”,ha inizio con una messa in scena che manca però di due attori, come andare dunque in scena? Ecco che il teatro entra nel teatro, nelle sue inventive e necessità d’ordine quotidiano. Gli attori non raggiungono mai un’identità definita, perché non interpretano un solo personaggio ed in modo fisso; i continui scambi d’identità e di genere si caratterizzano per i vestiti particolarmente appariscenti; i gesti e il tono della voce seguono musiche ironiche e tragicomiche. L’idea di meta teatro di Plauto si realizza e attualizza attraverso l’accurata regia di Riccardo Diana e Aurelio Gatti, e spicca con gli interpreti: Eleonora Brigliadori, Sebastiano Tringali, Cinzia Maccagnano, Claudia Ferri, Manuela Lomeo. Lo spettacolo proseguirà il 22 luglio a Palazzolo Acreide, il 23 ad Aidone al Teatro antico di Morgantina, il 24 a Castelvetrano,il 25 a Patti, per chiudere il 26 a San Cipirello.
-Eleonora Brigliadori, inizialmente conosciuta come annunciatrice ufficiale di Canale 5 al suo nascere, come approda alla televisione
Io nasco come attrice, e vado a lavorare a canale 5 dopo il successo di “Delitto di Stato” che fu un grande sceneggiato della Rai, e Berlusconi mi chiamò per il successo come attrice, quindi ero già famosa da prima.
“Isola dei famosi 8” . In questo reality lei ha dimostrato la sua personalità senza curarsi del giudizio altrui, ed anzi tentando di rendere partecipi gli altri delle sue esperienze . Quanto di tutto questo è uscito “realmente” fuori, e qual è stata la capacità di ascolto delle persone sull’isola nei suoi confronti?
La capacità di ascolto degli altri naufraghi quando c’erano le telecamere era zero, senza telecamere erano molto attenti. Mi hanno chiesto consigli più volte, ed erano cose che facevo per loro più che per me, quindi il tempo realmente prezioso è stato quello sull’isola. Con l’arrivo delle telecamere tutto si frammentava e alterava, e ci calamitava l’attenzione su disè. Lo scopo di voler vincere era troppo forte.
Poi arriva il Teatro..
No, in realtà sono partita proprio dal teatro a 18 anni, ho sostituito Maddalena Crippa nella Piccola Compagnia di Monza per un’opera di Brecht, con un assistente di Sthreler. E questo con l’idea di arrivare al teatro di Sthreler, che mi chiamò dopo che avevo fatto teatro con Carlo Rivolta, Michele Placido, Fabrizio Bentivoglio. Poi ho fatto 13 anni al Piccolo di Milano; ed è dal 1978 che faccio teatro.
Cosa ricerca nel Teatro?
Il teatro deve tornare ad essere una forma di spettacolo che permetta l’esperienza, l’uomo attualmente è schiavizzato da cose virtuali; se il virtuale serve all’introspezione ben venga; ma se deve sostituire l’esperienza della verità no.
-In Truculento, lei è principalmente Fronesio, cortigiana ateniese
Comincio da quello ma poi ognuno di noi fa molte cose in questa compagnia, e forse è la prima volta che mi trovo ad affrontare un testo dove il vero contenuto è dato dalla forma perché non c’è tempo di entrare dentro ai significati, e quindi Plauto diventa un pretesto per poter raccontare il mondo del teatro. Questo spettacolo mi fa pensare alla figura di Picasso, cioè noi siamo nel cubismo teatrale dove l’individuo è destrutturato e non sa più dove andare .E’ molto bello poi lo scambio dei personaggi, ad esempio io sono Fronesio e dopo Diniarco, il suo fidanzato, per coprire quella tragedia che sta per accadere perché giunge la notizia che mancano degli attori nella compagnia e in un modo o nell’altro bisogna pur andare in scena no?
Livia D’Alotto
foto di Maria Catalano