Agira. Il prossimo 1° ottobre Padre Silvio Rotondo lascerà la guida dell’abbazia di san Filippo per prendere servizio all’Oasi Maria Santissima di Troina dove collaborerà con padre Ferlauto. La decisione del vescovo Monsignor Salvatore Muratore era stata comunicata a don Silvio lo scorso 4 giugno ed il sacerdote l’ha riferita al consiglio pastorale sabato 25. L’annuncio ufficiale è stato dato solamente mercoledì sera nel corso della messa in onore di san Pietro e san Paolo. Durante l’omelia padre Rotondo ha sottolineato il valore dell’obbedienza e l’abbandono alla volontà dei superiori che è espressione del disegno di Dio: «in questi giorni –ha affermato- molti mi hanno chiesto: “perché non ha detto no?” Se avessi seguito questo ragionamento 5 anni fa quando a Catenanuova lasciai una comunità che avevo fatto crescere non avrei avuto la possibilità di conoscere voi. Nessuno –ha continuato-ci toglierà quello che abbiamo fatto in questi 5 anni. Spesso malediciamo alcuni accadimenti ma in seguito capiamo che attraverso di essi Dio fa passare il bene». Padre Silvio ha invitato i fedeli ad accettare serenamente la decisione di Monsignor Muratore affermando: «non dobbiamo correre il rischio di rompere la comunione. Potete dire quello che volete al vescovo ma non fate dietrologia e non misurate questi fatti con il metro del mondo. Dovrete accogliere degnamente il mio successore chiunque arriverà perché l’accoglienza genera il frutto. Dobbiamo dimostrarci cristiani in ogni occasione. Non voglio fughe!». Il 58enne sacerdote troinese torna dunque nella sua città a dare una mano all’ormai anziano padre Ferlauto che il prossimo sabato compirà 89 anni. «L’Oasi vive un momento delicato ed hanno bisogno di me –ha proseguito don Rotondo- sicuramente non avrò l’autonomia che ho qui e dovrò collaborare con chi ha la responsabilità assoluta della gestione della struttura. Non so ancora bene quale sarà il mio compito specifico e come bisognerà rivedere la missione dell’Oasi». Il prelato non vuole sentir parlare di ritorno a casa visto che si è trovato benissimo in tutte le comunità in cui ha operato e per ora pensa a concludere al meglio il lavoro fatto ad Agira: “rimangono tante opere incompiute come la chiesa rurale del Benin, speriamo entro settembre di arrivare ai diecimila euro necessari alla costruzione. In ogni caso il Signore attraverso altri proseguirà al meglio l’opera iniziata da me in questi anni”.
Luca Capuano