Enna. Da un lato le tante critiche all’ex amministrazione Agnello sulla delibere di Giunta riguardante la Tarsu 2009 e 2010 che hanno innescato un contenzioso con i cittadini. Sull’altro fronte la stessa identica riproposizione per il 2011 dell’odiata tassa da parte dell’attuale Giunta Garofalo (atto propedeutico all’approvazione del bilancio previsionale) ma che il costo del servizio, rispetto al 2010, aumenta di circa il 20%. Su questa palese dicotomia in Consiglio comunale, convocato per l’approvazione del bilancio di previsione 2011, si rischia l’aprirsi di una faglia nelle fondamenta già precarie del costo del sevizio di igiene ambientale. Ricordiamo che il costo del servizio per il 2011 trasmesso dall’Ato al Comune in data 16/3/2011 ed approvato dalla G.M. il 27 maggio scorso è di 4.759.693 euro. Un costo che supera di circa 1 milione di euro quello contestatissimo del 2010, che è risultato di 3.783.484 euro Iva compresa. Delibera approvata nonostante il parere negativo del settore tecnico LLPP e Urbanistica. “Il dirigente rileva – si legge nella delibera- l’impossibilità di esprimere parere tecnico favorevole sul progetto economico proposto dalla Società d’Ambito per la gestione del servizio integrato dei Rifiuti, a causa delle gravi incongruenze metodologiche e dei costi riscontrati; che dal progetto di igiene ambientale inviato dalla Società d’Ambito per l’anno 2011 sono stati rilevati numerosi punti oscuri nel conto economico sia carenze a livello di progettazione del servizio”. “Ho l’impressione –dice il presidente del Centro studi “Romano”, Mario Orlando- che sulla vicenda rifiuti l’Amministrazione comunale, così come la precedente, navighi a vista. Non capisco perchè il Comune, pur avendo delle professionalità tecniche capaci al suo interno, non fa fare un attento studio sulle reali esigenze che la città ha per quanto riguarda il servizio dei rifiuti e da questo poi stabilire il costo anzicchè subire l’imposizione dell’Ato che tra l’altro, come si legge nell’atto deliberato, non ha risposto alle note inviate dal dirigente del Settore Tecnico con le quali chiedeva l’integrazione degli atti e la specifica dei dati relativi all’analisi dei costi del servizio e del costo del personale”. Orlando quindi stigmatizza l’atteggiamento dell’amministrazione, “che da un lato sbandiera il vessillo della legalità, dall’altro nulla fa per costringere l’Ato, secondo quelle che dovrebbero essere le normali relazioni e le regole di trasparenza, a fornire le dovute informative”. “Contrariamente a quanto stabilito nel contratto di esternalizzazione del servizio di gestione dei rifiuti del 2001-sostiene in ultimo Orlando-, trasferito successivamente all’Ato, ai cittadini, così come stabilisce la legge, compete pagare i rifiuti prodotti all’interno della propria abitazione e non i servizi (devono essere a carico del Comune) di spazzamento delle aree pubbliche; la rimozione e lo smaltimento di tutti i rifiuti urbani speciali ed ingombranti; la raccolta dei rifiuti nelle aree destinate a mercato settimanale; la raccolta e trasporto di rifiuti lasciati nelle strade; la raccolta e trasporto dei rifiuti proveniente da attività cimiteriali; la pulizia caditoie stradali; il servizio di sgombero e spalamento neve; la rimozione di carogne animali”.
Giacomo Lisacchi