Valguarnera. Si è inaugurata nella mattinata di sabato la 3^ giornata nazionale sulle miniere, organizzata dall’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale- Sicilia e dall’Ente Parco minerario Floristella-Grottacalda, che mira a divulgare la storia dell’economia dello zolfo in Sicilia e valorizzare il patrimonio industriale ad esse connessi. Presenti numerose autorità provinciali, un folto pubblico, tra cui molti minatori della zona veri protagonisti della miniera Floristella che dall’età adolescenziale, in condizioni di massima precarietà, sbarcavano il lunario e contribuivano a sostenere la fragile economia di una vasto bacino. Momenti salienti, l’incontro –conferenza con Emanuele Macaluso già senatore del PCI, nonché animatore e leader del movimento sindacale della provincia di Enna e Caltanissetta, negli anni caldi dell’immediato dopoguerra che è stato video intervistato dalla ricercatrice universitaria Francesca Barbano e l’intervento del giornalista scrittore Paolo Di Stefano che ha accostato la storia delle zolfare siciliane a quella di molti siciliani emigrati nelle miniere del Belgio e vittime di uno dei peggiori disastri minerari: quello di Marcinelle dell’agosto 1956. La manifestazione ha avuto l’intento di essere principalmente un tributo alla memoria di tutti coloro che attraverso il lavoro in miniera, a Valguarnera e nelle zone limitrofe erano tanti, che hanno cercato di dare dignità alla propria vita sfidando i rischi che ciò comportava, sopportando condizioni di esistenza quasi sempre estreme. Durante la giornata sono andate in visione rassegne cinematografiche con filmati storici, documentari di grande interesse nonché la mostra “Percorsi del Patrimonio Industriale in Italia” già allestita a Palazzo Pennisi e integrata con una serie di immagini storiche provenienti dall’archivio dell’istituto Luce, per finire nel tardo pomeriggio con lo spettacolo “STIRRU” , la discesa. “Il parco minerario Floristella-Grottacalda- sottolinea il direttore dell’ente Salvatore Di Vita- è finora l’unico esempio in Sicilia di parco minerario recuperato attivo, funzionante e aperto al pubblico di cui si auspica l’incremento e il potenziamento in termini di risorse umane e finanziarie. E attraverso questa testimonianza auspichiamo altresì la piena valorizzazione di tutte le altre numerose aree solfifere dismesse che, sebbene oggi di proprietà demaniale, giacciono tuttora in uno stato di degrado e abbandono”. Il parco minerario Floristella- Grottacalda è stato infatti istituito dalla Regione Siciliana nel 1991, per essere un museo della civiltà mineraria. Di esso è parte integrante Palazzo Pennisi risalente al 1860 e sviluppato su quattro livelli. Il primo restauro risale a fine anni ’90, costato allora oltre 4 miliardi di vecchie lire ritenuti però insufficienti. Adesso per completare i lavori e valorizzare meglio il sito, si aspetta un nuovo finanziamento dai fondi comunitari Pist, che potrebbe arrivare entro l’anno. “Valorizzare questi siti –auspica Francesca Barbano- significa non disperdere la memoria ma significa anche creare turismo in una zona come questa” L’antropologa Maria Carcasio: “La giornata delle miniere in Sicilia, non poteva non essere realizzata in questa provincia, per quello che hanno rappresentato le miniere”.
Rino Caltagirone