Troina. Ad attenderli al Ponte Failla sul fiume Troina, sabato pomeriggio, come negli altri anni del resto, c’era una grande folla di amici, parenti e di quanti, dovendo sciogliere il voto per la grazia ricevuta da san Silvestro, offrivano vino e biscotti al lievito ai Ramara di ritorno dai boschi dove erano andati a toccare i ramoscelli di alloro, la pianta molto cara al santo protettore di Troina. Erano partiti in 400 circa giovedì sera dal piazzale antistante la chiesa di san Silvestro. Ha cominciato a piovere nella prima mattinata di sabato, quando dalla radura, che è stato il loro campo base dove hanno passato la notte per riposarsi e pregare con i loro canti, hanno levato le tende per ritornare in paese. Non ha piovuto per molto tempo. Ma tanto è bastato per rendere anche più duro il pellegrinaggio, che di per sé è molto faticoso. Durante il rito del ringraziamento, che i Ramara hanno fatto al campo base nel tardo pomeriggio di venerdì, mettendosi in cerchio, Eugenio Cavolina, il presidente dei Ramara, ha pronunciato un breve e commovente discorso per spiegare i significato del “viaggio”, come i devoti chiamano il pellegrinaggio: “Ogni nostro viaggio è dedicato, pregando, agli anziani che non ci sono più e a quelli con problemi di salute e ai bisognosi tutti”. Cavolina ha voluto ringraziare tutti quelli che, a vario titolo, hanno contribuito all’organizzazione del pellegrinaggio. Ha espresso gratitudine anche ai sacerdoti Gaetano Zito e Pietro Maccarrone che avevano celebrato la messa a mezzogiorno di venerdì nella radura. Per i troinesi che per ragioni di lavoro vivono in città molto lontane dal loro paese, questi giorni del pellegrinaggio sono giorni di struggente nostalgia. Quando possono, ritornano in paese per prendervi parte. Ma quando non possono tornare a Troina, nei giorni del pellegrinaggio non fanno altro che pensare al loro paese, a san Silvestro e ai loro amici Ramara in “viaggio” per i boschi sui Nebrodi. Durante il ringraziamento, Cavolina ha letto due lettere inviate da due Ramara che vivono fuori Troina per motivi di lavoro. Giuseppe Iannitello da Milano ha scritto: “E’ con profondo dolore che quest’anno non posso partecipare al nostro pellegrinaggio per san Silvestro”. Anche Antonio Cortese da Pavia ha mandato a dire ai Ramara “di essere molto dispiaciuto di non poter essere presente al viaggio, ma sappiate che i miei pensieri e le mie preghiere vi accompagneranno per tutto il cammino”. Domenica mattina, nonostante la pioggia, in una giornata che si faceva fatica a pensare come ad una giorno del mese di maggio, sembra una domenica di novembre, i Ramara si sono dati appuntamento nella casa di campagna del massaro, in contrada san Cono, da dove incuranti del maltempo e del freddo sono partiti in processione alla volta del paese. Hanno percorso le vie del dentro urbano per concludere il loro “viaggio” nelle prime ore del pomeriggio di domenica davanti alla tomba di San Silvestro da dove erano partiti giovedì sera.
Silvano Privitera