Agira. Il depuratore comunale è ancora inutilizzato. Prima i ritardi per arrivare al collaudo amministrativo e adesso, dopo la consegna della struttura ad AcquaEnna (avvenuta la scorso dicembre), si aspettano spiragli positivi per una sua messa in opera. Il depuratore, ubicato in contrada Ciaramidaro a poche centinaia di metri dall’ex centrale elettrica, a valle del tratto iniziale della strada provinciale 21, ha avuto un iter di costruzione davvero singolare: la prima vasca venne costruita negli anni ’60 mentre il resto dell’opera venne realizzato tra il 2004 e il 2007 da una ditta agrigentina durante l’amministrazione del sindaco Rosario Sanfilippo grazie ad un finanziamento regionale di circa un miliardo e 300 milioni di lire che era arrivato già nel 1994. L’amministrazione dovette sborsare dalle proprie casse “solamente” 100 milioni. Nel 2008 venne poi effettuato il collaudo statico, affidato ad un professionista di Enna. Più lento l’iter per il collaudo amministrativo visto che nonostante le promesse dell’allora dirigente dell’ufficio tecnico ing. Guido Gagliano (“sarà espletato entro dicembre” – disse nel novembre 2009), la conclusione positiva è arrivata solo nel mese di ottobre 2010. Nel mezzo ci sono state, infatti, varie difficoltà che hanno portato spese aggiuntive per alcune decine di migliaia di euro: essendo i macchinari del depuratore posti a due quote diverse l’amministrazione ha dovuto acquistare un terreno limitrofo di proprietà privata per collegarli funzionalmente; si è provveduto a pavimentare la regia trazzera che fa da via d’accesso alla struttura che era quasi impraticabile; inoltre, si è resa necessaria la riparazione di una paratìa, visto che per alcuni mesi l’acqua non depurata, a causa del guasto ha attraversato ugualmente il depuratore defluendo poi verso l’alveo Ciaramidaro e arrivando attraverso un torrente alla diga Sciauana; infine, l’Enel ha dovuto approntare tutte le strutture necessarie a garantire un adeguato approvvigionamento energetico visto che l’opera per funzionare necessita di una potenza di 80 Kw. E adesso cosa succederà? Per saperne di più abbiamo contattato il responsabile del servizio di depurazione della società Acquaenna Gianfranco Gravina che afferma: “la struttura nonostante il collaudo sia stato fatto necessita ancora di investimenti per risolvere il problema della sicurezza sul lavoro che al momento non è assolutamente garantita. Siamo in attesa dei finanziamenti sulla depurazione previsti nell’ambito del finanziamento sul servizio idrico che sono in trattativa a Palermo presso il dipartimento regionale Acque e rifiuti.
Luca Capuano