Troina. Ieri mattina, nell’aula consiliare c’erano molti insegnanti e genitori di alunni che fruiscono del servizio di refezione scolastica per parlare con i funzionari dell’ASP dell’andamento della mensa scolastica, al centro di vivaci discussioni. All’incontro, promosso dall’amministrazione comunale, iniziata alle 12 e protrattosi fino alle 15, sono intervenuti dirigenti medici ed funzionari del servizio igiene degli alimenti e nutrizione e dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna: dott. Giuseppe Stella, la dott.ssa Maria Concetta Giangrasso, il dott. Franco De Luca ed i vigili sanitari Gaetano Spallina e Giuseppe Pirrello. A fare gli onori di casa è stata Eliana Chiavetta, assessore alla pubblica istruzione, che ha esordito chiedendo scusa agli alunni delle classi a tempo pieno che fruiscono del servizio di refezione scolastica perché “non è simpatico trasferire queste polemiche sui bambini ai quali si fa venire l’ansia di mangiare un pasto non buono”. Il dott. Stella ed il dott. De Luca hanno parlato dei controlli messi in atto dall’ASP per verificare, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, il rispetto della tabella dietetica da parte della ditta che gestisce il servizio. Non appena questi controlli finiranno, l’ASP redigerà un rapporto. E’ intervenuto anche il presidente del consiglio comunale, Giovanni Suraniti, che ha voluto spiegare le ragioni per le quali della refezione se ne sia occupato anche il consiglio comunale: Vogliamo una gestione che assicuri una buona qualità refezione scolastica ed il rispetto della dignità dei lavorator perché sappiamo che dal buon andamento della refezione scolastica dipende il mantenimento delle classi a tempo pieno alle quali non intendiamo rinunciare”. Sono intervenuti insegnanti e genitori degli alunni. Dagli interventi delle insegnanti viene fuori un andamento del servizio a macchia di leopardo, nel senso non è negativo il giudizio delle insegnanti delle classi a tempo pieno ubicate nello stesso plesso dove c’è la cucina centralizzata. Più critico è invece il giudizio delle insegnanti degli altri plessi dove il pasto arriva in ritardo, creando non pochi problemi alle attività didattiche. Molto severo è invece il giudizio critico quasi unanime dei genitori degli alunni sulla qualità del pasto. Il genitori lamentano che frutta, verdura per l’insalata e pesce, come i calamari, non sono lavati e puliti a dovere e che la ditta disattende la tabella dietetica. Il rappresentante della ditta LA.RA che gestisce il servizio, Ragusa, si è difeso rimettendo tutto ai risultati dei controlli dell’ASP e spostando l’attenzione sui 14 addetti al servizio di refezione scolastica. C’è molta attenzione sul servizio di refezione scolastica. Le ragioni sono comprensibili perché attorno a questo servizio ci sono dei legittimi interessi di cui sono portatori soggetti diversi. C’è l’interesse della ditta che si è aggiudicata la gara d’appalto della refezione scolastica a trarre un guadagno perché il fine dell’impresa, come non mancano di sottolineare quelli che esaltano la mano invisibile del libero mercato, è quello di realizzare profitto. Lo ricordava Adam Smith che il panettiere non produce il pane per donarcelo in beneficenza, ma vendercelo e guadagnarci. Se i margini di profitto nella vendita di pane sono ristretti, il panettiere cerca di allargarli usando farina scadente, che costa poco, e comprimendo il salario dei suoi dipendenti. C’è il legittimo interesse dei genitori ad un pasto sano e sicuro dal punto di vista igienico-sanitario per i loro bambini che sono nelle classi a tempo pieno. Il tempo pieno nella scuola non è sola una qualificata offerta formativa. Viene incontro all’esigenze delle famiglie in cui a lavorare fuori casa non è solo il marito ma anche la moglie. C’è anche l’interesse dei docenti al tempo pieno, che salva cattedre e mette al riparo da trasferimenti a scuole di altri paesi. Non c’è solo la questione del pasto quando si parla di refezione. Sono molte le questioni la cui soluzione dipende da un buon servizio di refezione scolastica.
Silvano Privitera