Rita Cedrini (Antropologa Università degli Studi di Palermo)
Video del Centro Video Mediterraneo di Enna relativi alla Settimana Santa e la Pasqua ennese. Regia di Paolo Andolina
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STORIA DELLA SETTIMANA SANTA A ENNA
(a cura di Massimo Colajanni)
La Settimana Santa a Enna è un evento che la popolazione locale, assieme ai turisti che affollano le vie della città, specialmente durante la processione del Venerdì Santo, vivono con grande intensità emotiva; essa rappresenta sicuramente uno dei momenti in cui è esaltata la religiosità come testimonianza di fede. Una tradizione tramandataci dai nostri padri che resiste ancora oggi, una tradizione tenuta viva dalle quindici confraternite esistenti. Potere asserire con certezza l’anno della sua origine è alquanto complesso, ma di certo furono gli Spagnoli durante la loro dominazione nel XVI secolo a tramandarci usi e costumi delle loro “confradias” sivigliane. Nel 1740 esistevano ad Enna otto collegi, otto compagnie, diciassette confraternite e un’arciconfraternita. Nel periodo risorgimentale molte confraternite parteggiavano per i liberali, che potevano così adunarsi sotto il paravento delle riunioni religiose. Alcune di quelle confraternite erano delle vere e proprie sette segrete, costituite con lo scopo di combattere attivamente con attentati ed attività sovversive lo strapotere dei Borboni che a Castrogiovanni godevano della particolare protezione della curia foranea. Inizialmente le Confraternite nascevano con scopi ben precisi, e alcune di loro ottennero privilegi e poteri dal re di Spagna, pian piano si trasformarono in associazioni religiose, mantenendo questo status fino ad oggi. DOMENICA DELLE PALME
La domenica della Palme iniziano i riti della Settimana Santa Ennese. Una lunga giornata che inizia alle 9,00 quando la confraternita dello Spirito Santo, in processione muove dalla propria Chiesa di S, Bartolomeo per recarsi presso la Chiesa di S. Leonardo sede della confraternita della SS, Passione. Alle 10,00 dal caratteristico santuario di Papardura ha inizio la processione che rievoca l’entrata di Gesù in Gerusalemme. I confrati della Passione in veste di Gesù, degli apostoli, dei soldati romani e del popolo, risalgono la strada che porta alla Chiesa di San Sebastiano. Radunati nella piazzetta davanti la Chiesa, centinaia di fedeli, con in mano ramoscelli d’ulivo, e le rappresentanze delle quindici Confraternite aspettano Gesù che arriva in groppa ad un asinello. Dopo un momento di preghiera il sacerdote benedice i fedeli e i ramoscelli d’ulivo. Al termine la processione raggiunge la Chiesa di S. Leonardo dove sull’altare maggiore è esposto il simulacro dell’Ecce Homo che nel pomeriggio sarà portato in processione. Alle 16,00, dalla chiesa di Montesalvo, il Collegio dei Rettori apre ufficialmente le processioni per le ore di adorazione al Santissimo. I consigli di amministrazione delle quindici congreghe con i Rettori si recano, con le insegne distintive di ogni confraternita, in Duomo per l’adorazione del SS. Sacramento.
Il Collegio è preceduto dal labaro, che rappresenta le quindici confraternite. Il privilegio di portare il labaro nelle funzioni comunitarie viene assegnato annualmente ad una confraternita secondo l’ordine processionale. Il Collegio dei Rettori fu istituito nel 1714 per decreto dei viceré di Sicilia, conte Annibale Maffei, e venne chiamato Consiglio Economico delle Corporazioni Religiose. Fu soppresso nel 1783 dal viceré Domenico Caracciolo, il quale era preoccupato per l’eccessiva ingerenza del Collegio negli affari pubblici. I1 Collegio dei Rettori fu ricostituito il 26 giugno 1944 con lo scopo di tutelare gli interessi comuni delle confraternite, di organizzare la Settimana Santa e di promuovere eventi religiosi in genere. Alle 17,00 giunge in Duomo, dalla chiesa di S. Giovanni, la Confraternita del Rosario, fondata nel 1785. Questa confraternita ha un passato abbastanza travagliato, in essa rivive l’antica Compagnia dei Bianchi, istituita come organo del Sant’Uffizio spagnolo nel 1542. Qui, a Enna, Compagnia dei Bianchi era chiamata anche quella del SS. Sacramento perché portava la stessa divisa. La mantelletta è di colore avorio con bordo nero. Alle 18,00 dalla Chiesa di San Leonardo muove la S.S Passione, che porta in processione il simulacro dell’Ecce Homo. La Confraternita della Passione fu fondata il 7 febbraio del 1660 e registrata con atto notarile presso il notaio Sebastiano Nicolosi. Questa Confraternita ha il privilegio di aprire la processione del Venerdì Santo, di portare in processione i sacri misteri, ed il baldacchino che accompagna la Spina Santa. La mantellina dei confrati è di colore rosso scarlatto. Unitamente alla Passione, partecipa alla processione un’altra confraternita, quella del S. S Crocifisso di Pergusa, la più giovane, in quanto fu fondata nel 1973.
Il vestiario riproduce in ogni particolare quello che viene usato dalle «confradias» spagnole. I confrati, indossano un camice con un vistoso colletto, mentre le maniche si presentano svasate e con orli gialli. Su di esso uno scapolare rosso che è lungo quanto il camice, una fascia blu con le risvolte a frange pendenti dal lato sinistro, un artistico crocifisso di bronzo che pende al collo da un cordoncino bianco. Questa è l’unica confraternita che non usa mantelletta e che, al posto del tradizionale cappuccio a visiera in stoffa, utilizza quello rigido a punta e in panno. Chiude la lunga giornata dei riti alle 19,00, la Confraternita del S.S Salvatore. La più antica delle quindici confraternite, la sua fondazione risale intorno al 1200 per opera dei frati Brasiliani. Questa congrega ha il privilegio di portare in processione il Venerdì Santo l’urna con il Cristo morto. Mentre domenica di Pasqua e domenica in Albis i confrati del SS. Salvatore portano in processione il Cristo risorto che incontra la Madonna. La mantelletta è di color giallo, con la croce di malta sul petto.
LUNEDI SANTO
Sono quattro le Confraternite che il lunedì Santo si recano in Duomo per la loro ora di adorazione. Apre i riti la Confraternita di Maria S.S della Visitazione, che alle 11,00 muove dall’eremo di Montesalvo e seguendo lo stesso percorso effettuato dalla Patrona del popolo ennese il 2 luglio si reca presso la Chiesa Madre. La Confraternita fondata nel 1874. I confrati indossano una mantella di color azzurro con l’effigie della Madonna, sul petto. Nel pomeriggio alle 16,00, dalla chiesa di S. Agostino muove la Confraternita di Maria SS. delle Grazie che percorre la via Candrilli, la via Mercato S. Antonio e la via Roma giungendo al Duomo. La congrega fu fondata nel 1835 e riuniva ben tre congregazioni che si trovavano nello stesso quartiere. Ricostituita una prima volta nel 1934, nel 1970 riebbe uno statuto e fu riorganizzata. Il vestiario è composto dal camice bianco, un cingolo nero e la mantelletta color rosa pallido. Alle 17,00, è la Confraternita del S.S. Sacramento, che ha sede presso la Chiesa di San. Tommaso ad avviarsi verso il Duomo. Fondata nel 1687 presso la chiesa del SS. Sacramento, che si trovava dietro l’abside del duomo, ebbe più volte divergenze con l’organo ufficiale del Sant’Uffizio. Demolita la chiesa del SS. Sacramento, si trasferì presso l’oratorio della Madonna di Loreto che aveva sede dove adesso sorge la chiesa di S. Francesco di Paola e si uni con la Confraternita di Maria SS. del Rito fondata nel 1600, fu ricostituita nel 1935. A sinistra della mantelletta di colore giallo paglierino dal bordo rosso c’è lo stemma ovale con a rilievo un ostensorio, simbolo del SS. Sacramento. La Confraternita del SS. Sacramento ha il privilegio di chiudere la processione del Corpus Domini. A chiudere le ore di adorazione del Lunedì Santo è la Confraternita di Maria S.S La Nuova. che alle 18,00 muove dall’omonima Chiesa verso il Duomo. Fondata nel 1531, è una delle congreghe più’ antiche della città, inizialmente vi aderivano cernitori e proprietari di mulini.I confrati di Maria SS. la Donna Nuova assistevano gli ammalati, e per tale servizio la confraternita ebbe privilegi dai re di Spagna e attestati di benemerenza andati perduti insieme agli arredi della chiesa durante il bombardamento del 13 luglio 1943.
La mantelletta è di colore celeste; sotto di essa uno scapolare e una fascia dello stesso colore, con due risvolti a nappe che pendono dal lato sinistro.
MARTEDI SANTO
Tre confraternite si recano in Duomo il Martedì Santo. Nel primo pomeriggio apre le processioni la Confraternita dello Spirito Santo che, alle ore 16,00, muove dalla Chiesa di San Bartolomeo per recarsi in Duomo.
La confraternita costituita nel 1800, riuniva gli agricoltori e i massari della zona di Fundrisi. Aveva sede presso la vecchia chiesa dello Spirito Santo. Tra i privilegi di questa congrega quelli di presenziare alla «Spartenza» della Domenica in Albis, La mantelletta è di colore amaranto; sul camice una fascia verde, con due risvolte a nappe, pende dal lato destro. I guanti sono pure di colore verde. Sulla mantelletta c’è l’effigie dello Spirito Santo che, con la simbolica colomba, si ripete anche sull’insegna del rettore. Alle 17,00 invece si muove l’Arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio. Fu istituita il 9 ottobre del 1615 dal parroco della chiesa di S. Bartolomeo don Giacomo Pregadio. Nel 1712 la congrega fu onorata dal viceré di Sicilia dei titoli di Venerabile e Lata e da allora fu chiamata Arciconfraternita. I1 rettore inoltre aveva il privilegio di liberare tre condannati a qualsiasi pena, nel giorno del 2 novembre. Altro privilegio quello di portare in processione le mazze d’argento simbolo delle chiavi della città decretato nel 1789 dal re di Spagna. Nel periodo risorgimentale è nota l’attività patriottica dei suoi confrati. Tra essi vanno ricordati i baroni Castagna, i conti D’Ajala, i marchesi di Terrasena, i baroni Rosso, i baroni Varisano, i baroni Pollicarini, i marchesi Geracello. Per questo suo glorioso passato l’Arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio è intesa, per antonomasia, come quella dei nobili. La mantelletta è di colore nero, recante sul lato sinistro l’effige di un teschio con sotto le ossa incrociate. Di colore nero è il cingolo, con alla fine un teschio, e lo scapolare. Alle 19,00 a concludere questa giornata è la Confraternita di San Giuseppe che muove dall’omonima Chiesa. Fondata nel 1580 dai confratelli del Transito del Patriarca, e ricostituito nel 1933, riunì il Collegio della Passione di S. Giuseppe fondato nel 1509, il Collegio di S. Apollonia. I confrati del Collegio di S. Giuseppe hanno il privilegio di portare la Madonna che nel giorno di Pasqua si incontra col Cristo Risorto nella ricorrenza della tradizionale «Paci» per poi dividersi, sette giorni dopo, durante la «Spartenza». La mantelletta dei confrati, che è damascata, è di colore verde oliva.
MERCOLEDI SANTO
Intensa mattinata quella di Mercoledì Santo, che chiude le ore di adorazione al Santissimo. La prima Confraternita a muoversi è quella di Valverde alle 9.30. Il Santuario di Maria SS. di Valverde sorge, secondo gli storici, sulle rovine del piccolo tempio dedicato alla dea Cerere. Qui nacque la prima comunità cristiana intorno al II secolo dopo Cristo per opera di San Pancrazio che si stabilì da eremita tra gli anfratti del vallone da cui nasce il torrente Torcicoda. In quel tempo la nuova comunità cristiana, per rendere grazia, costruì la prima chiesa della città dedicandola a Maria SS. di Valverde, che fino al XII secolo fu la prima Patrona della città di Enna. Fondata nel 1700, ogni ultima domenica di agosto celebra la festa solenne di Maria, conservando caratteristiche uguali a quella della Patrona del 2 luglio. Alle 10.30 dalla Chiesa di Santa Maria del Popolo si muove la Confraternita del Sacro Cuore di Gesu’. Fondata nel 1839 dai fratelli Termini, riuniva la categoria dei minatori e degli zolfatari.Il vestiario comprende una bellissima mantelletta in pregiato tessuto rosso damascato, con a sinistra un cuore dipinto; il cingolo è composto da due nappe intrecciate con filo bianco e rosso. Originariamente il camice dei confrati del Sacro Cuore di Gesù aveva la coda come quelli dell’Addolorata e dell’Immacolata. Alle 11.30 dalla piccola Chiesa dell’Addolorata muove l’omonima confraternita che per l’ora di adorazione utilizza un camice con la “coda” che striscia per terra. La Confraternita di Maria SS. Addolorata fu fondata il 28 luglio 1875. La mantellina che indossano i confrati è di colore viola.
Facevano parte di questa confraternita gli artisti, ovvero i mastri artigiani, i muratori ed, eccezionalmente, i bottegai del Mercato S. Antonio, che secondo una dichiarazione scritta del 1847 portavano il fercolo di Maria SS. Addolorata prima che fosse costituita la confraternita. Questa Confraternita ha il privilegio di portare in processione il Venerdì Santo la madonna Addolorata che segue il Cristo Morto. Alle 12,30 anche l’ultima confraternita raggiunge il duomo. E’ la Confraternita di Maria SS. Immacolata che ha sede presso la chiesa di S. Francesco. Fondata nel 1754 e approvata nel 1785, riuniva due confraternite che sino a quel periodo avevano svolto una solerte attività. Esse erano: la Confraternita «delli Cordigeri» fondata nel 1400 e il Collegio di S. Orsola sorto nel 1613; tutte e due avevano sede presso l’antica chiesa di S. Orsola I confrati dell’Immacolata hanno, come quelli dell’Addolorata, i camici con una coda finale che viene trascinata a terra durante la processione La mantelletta è di colore bianco latte con dei bordi celesti. In Duomo si celebra la messa solenne al termine della quale si tiene la benedizione sotto il portale di San Martino poi l’ostensorio viene portato in processione percorrendo la piazza Mazzini, la via Orfanotrofio, la via Bagni e la via Roma, rientrando in duomo dalla porta centrale.
A questa processione partecipano le confraternite della giornata. Con questa cerimonia termina la prima parte della Settimana Santa alla quale hanno partecipato in forma solenne tutte le confraternite.
GIOVEDI SANTO
II Giovedì Santo è il giorno della preghiera e della riflessione. Non si svolge nessuna processione, mentre in tutte le chiese della città sedi e non di Confraternite vengono addobbati gli altari, con l’esposizione nei tabernacoli dell’Eucarestia. E’ tradizione in questa giornata che all’imbrunire i fedeli visitino le Chiese dove sono allestiti i tabernacoli, questa tradizione molto antica è chiamata come la visita ai “Sepolcri”, e molte confraternite per rievocare la morte di Cristo tra giovedì notte e Venerdì Santo allestiscono anche delle rappresentazioni artistiche. Il giorno di Giovedì Santo liturgicamente è rappresentato dalla solenne funzione della “Lavanda dei piedi”, che consiste nel rievocare l’episodio del Vangelo nel quale Gesù lavò i piedi agli apostoli. Al termine di questa funzione e della Santa Messa, migliaia di fedeli cominciano a visitare le numerose chiese della città. Un episodio è rimasto nella storia dei riti della settimana santa, infatti, nel lontano 1871, accadde che alcuni ladri cercassero di forzare il portone del monastero di S. Marco. Le suore fecero in tempo ad accorgersene e a dare l’allarme suonando le campane, senza badare al fatto che era Giovedì Santo.
VENERDI SANTO
Il Venerdì Santo è il giorno della solenne processione delle quindici Confraternite che attraversano in corteo le principali vie cittadine. Nel primo pomeriggio ognuna di esse dalla propria Chiesa di appartenenza si prepara per raggiungere il Duomo. Preceduta dalla banda che esegue marce funebri inizia la Confraternita della Passione, alla quale man mano si vanno accodando tutte le altre per raggiungere la chiesetta dell’Addolorata dove si porge il saluto alla Madonna.
Intorno alle 19,00 inizia la solenne processione con le confraternite in corteo l’una dietro l’altra in ordine di fondazione. Migliaia i fedeli lungo il percorso ad osservare in rispettoso silenzio il passaggio dei confrati e dei due fercoli, quello del S.S Salvatore e quello dell’Addolorata portati a spalla dai confrati delle omonime congreghe, che chiudono il corteo. Segue il Clero, mentre sotto il baldacchino viene portata la croce reliquiaria contenente la Spina Santa. Momento intenso della lunga processione è la benedizione della Spina Santa al cimitero dove viene impartita la solenne benedizione, al termine il lungo corteo riprende la marcia lungo la Via S. Francesco d’Assisi e la caratteristica Via Vittorio Emanuele, quindi ripercorre la Via Roma, la Via Mercato S. Antonio per giungere al Duomo dove la solenne processione ha termine. I due fercoli fanno rientro nelle loro chiese di appartenenza; mentre le altre confraternite si sciolgono e fanno rientro nelle loro chiese per riporre le insegne.
SABATO SANTO
Non si svolgono funzioni né cerimonie il sabato santo che precede la Pasqua. L’unico episodio è riconducibile al 1969, per inaugurare la Via Crucis del santuario di Papardura, si organizzò una processione alla quale partecipò la Confraternita di Maria SS. Addolorata con il fercolo e il simulacro della Madonna. Ad ogni stazione la processione si soffermava in preghiera e si recitava il formulario della Via Crucis ai piedi delle steli raffiguranti la Passione di Gesù. Da allora nessuna funzione viene più organizzata.
DOMENICA DI PASQUA E DOMENICA IN ALBIS
Le manifestazioni della Settimana Santa ennese si concludono la Domenica di Pasqua con la cosiddetta Paci e successivamente con la Spartenza. Nel giorno di Resurrezione, nella piazza del Duomo si incontrano tra due ali di folla i piccoli simulacri del Cristo risorto e della Madonna. Il primo viene portato a spalla dai confrati di SS. Salvatore, la seconda dai confrati di S. Giuseppe. La Madonna, che fa parte del gruppo della Sacra Famiglia, viene coperta da un velo nero che cade allorquando si intravede, in fondo alla piazzetta S. Paolo, il Cristo risorto. Poi, al suono delle campane, i due simulacri portati dai confrati, con veloce andatura, si affiancano ed entrano in Duomo, dove restano per una settimana, sino alla Domenica in Albis.In questa domenica successiva quella di Pasqua con un’analoga cerimonia i due fercoli quello della Madonna e quello del Cristo Risorto si separano, la cosiddetta”Spartenza”, ed al termine il corteo si reca attorno al castello di Lombardia dove secondo un’antica tradizione viene impartita la benedizione dei campi e chiudendo, di fatto, i riti della Settimana Santa. La paci e la Spartenza hanno una spiegazione leggendaria. Nel XV secolo ci furono, infatti, delle ribellioni feudali che videro protagonisti, contro il re Martino I, il barone Giovanni Scaloro degli Uberti, il conte Andrea Chiaramonte e la famiglia Ventimiglia.
Essendo stati sconfitti, furono ad essi confiscati i territori di Fundrò, Gatta e Rossomanno, mentre gli abitanti di quelle terre, che oggi sono contrade della provincia ennese, furono costretti a trasferirsi a Castrogiovanni nelle zone di S. Giovannello, S. Matteo e Pisciotto. Un quartiere fu addirittura chiamato Fundrisi dagli esuli in ricordo della loro contrada d’origine.
Gli abitanti della vecchia Castrogiovanni, che allora si estendeva dal castello di Lombardia sino alla Balata, mantennero sempre un certo distacco dai nuovi concittadini.
Venne posto un confine che non doveva essere superato da nessuno. Solamente per il giorno di Pasqua gli abitanti dei due nuclei potevano riunirsi e fare la pace. Nacque così il termine Pace che viene usato ancor oggi. La tregua durava una settimana. La Domenica in Albis, dopo la Spartenza tra il Cristo risorto e la Madonna, ogni gruppo tornava nel suo centro abitato.