Troina. Ad Adriano Nasca (27 anni) il Centro di salute mentale di Nicosia, sette anni fa, ha diagnosticato “una psicosi grave di tipo autistico irreversibile” che, nel tempo, ”potrebbe andare incontro ad ulteriore deterioramento ed aggravamento”. Per questa grave infermità, che gli era stata riconosciuta già nel 1999, Adriano riceve la pensione d’invalidità di 267 euro al mese e l’indennità di accompagnamento di 480,47 euro al mese. A dicembre non ha ricevuto la pensione complessiva di 747,47 euro. Il motivo ce lo spiega Silvestro Nasca, il padre di Adriano: “Sono stato chiamato dal direttore dalla banca in cui l’Inps accredita la pensione di mio figlio per sentirmi dire che l’Inps ha revocato il mandato di pagamento. Cerco di capire quali possano essere stati i motivi di questa revoca e mi rivolgo ad un patronato”. Ecco cosa arriva a sapere Silvestro Nasca: la pensione, nel mese di dicembre, è sospesa perché Adriano non si è presentato il 22 settembre alla visita di controllo, come l’Inps gli aveva chiesto di fare con la lettera del 23 agosto. “Ma io avevo risposto a quella lettera, inviando il 7 settembre al Centro Medico Legale dell’Inps di Enna la documentazione medica dalla quale appare chiaro, come prevede la legge, che mio figlio Adriano, per il suo grave deficit neuro psichico che lo rende totalmente invalido, è esonerato dalla visita di revisione”, ci ha detto Silvestro Nasca, precisando di non volerne fare un caso personale, perché ce ne sono tanti altri invalidi civili veri che vivono queste traversie. Dall’Inps hanno fatto sapere che Adriano si deve presentare ad Enna il 13 dicembre per la visita di controllo. Ma Silvestro Nasca, che c’è rimasto molto male per quanto gli è capitato, non ha alcuna intenzione di portare Adriano ad Enna ed intende far valere il diritto di suo figlio all’esonero della visita di controllo: “Trovo ingiusto che io debba a accompagnare ad Enna per la visita di controllo mio figlio, un invalido vero che ha bisogno di essere accudito 24 ore su 24 ore, come dimostra tutta la documentazione medica che io ho già fatto avere all’Inps. Come se se bastasse quello la mia famiglia vive con un figlio che, per le sue funzioni fondamentali, dipende costantemente dall’aiuto mio e di mia moglie. Per far valer il diritto che la legge mi riconosce, mi rivolgerò ad un avvocato”.
Silvano Privitera