Il prossimo appuntamento sarà per il 21 novembre a Caltanissetta
1) Sul film qualcosa di più è stato espresso dall’attrice Viviana Natale
Un volto noto degli anni ’90 grazie alla partecipazione a numerose fiction e film come attrice, come “Angeli al Sud” o le fiction “Una donna per amico”, “Dio vede e provvede” e “Il giudice Mastrangelo”. Come inizia la tua carriera di attrice?
Tutto ha inizio con il concorso di Miss Italia nel 1988, anno in cui vinse Nadia Bengala e vinsi il titolo nazionale di Miss Cinema. Da lì approdo a Roma e dopo il primo film “Passi d’amore” di Sergio Sollima e con Alessandra Martines. Frequento la scuola teatrale di Pupella Magio al Teatro delle Muse. E poi ho lavorato molto in tv seguendo un percorso naturale di maturazione professionale nei ruoli che andavo man mano interpretando.
Non conoscevo la storia dei monaci di Mazzarino e viverla per certi versi dal punto di vista di quello che sarà il mio ruolo, molto drammatico, me la fa scoprire ancora di più e rende ancora più forte quetsa mia esperienza lavorativa.
3) E’ un ruolo che dà speranza o è colpevolizzante verso la vicenda e più in generale la realtà siciliana che la circonda?
E’ vittima di una vicenda fra tante vicende, come è quella dell’estorsione; esistono, si ripetono e si ripercuotono su chi le vive.
4) Su cos’altro stai lavorando oltre a questo film?
La superstizione ci e mi induce sostanzialmente a non dare nulla per certo ma solo possibile, dunque è tutto incerto e possibile. Essendo poi diventata madre mi sono fermata quasi 10 anni per seguire la crescita dei miei figli, dunque sono da poco tornata attivamente al mio lavoro. Sto ricominciando.
5) Questi anni lontani dal tuo lavoro cos’hanno mutato nella tua persona e professione?
Ho avuto modo di studiare ulteriormente e più approfonditamente. All’accademia cinematografica di Bologna ho seguito un corso di doppiaggio che mi ha insegnato nuove cose della lingua italiana, e conoscere anche me stessa nelle mie possibilità e nei miei limiti, e mi sono concentrata sul doppiaggio potendo lavorare con doppiatori storici di personaggi stranieri ed anche italiani.
6) Cosa vuol dire essere attore?
Avere la consapevolezza di essere una persona assolutamente versatile e pronta a calarti anche nei ruoli più improbabili e lontani alla propria persona. E bisogna studiare tanto per entrare nei panni di un personaggio
7) Accade di dover studiare come uscire da un personaggio…?
Si accade, non a me per fortuna, perché i miei ruoli sono sempre stati abbastanza fluidi psicologicamente. E’ anche vero che lo studio di un personaggio e l’esperienza siano così approfondito da saper anche come venir fuori da situazioni forti
Aurica Livia D’Alotto
Foto Maria Catalano