Riprende il viaggio Salvalarte Sicilia che giovedì 4 novembre sarà nel pomeriggio a Troina a Torre Capitania, per l’iniziativa per “Il Museo che non c’è”.
La ricerca archeologica a Troina ha radici antiche. Nel Settecento, durante l’edificazione dell’Abbazia di San Michele Arcangelo, venne rinvenuta ed in gran parte distrutta, la necropoli meridionale della città antica che ospitava tombe e sepolcri di età ellenistica e romana. I reperti recuperati servirono a creare una piccola esposizione nel Monastero e ad incrementare le raccolte del Principe di Biscari. La passione di generazioni di Ispettori Onorari quali Saitta e Squillaci, ha rappresentato spesso l’unico combustibile in grado di tener viva nel tempo l’attenzione sulle memorie di antichità di Troina. A partire dagli anni Settanta ulteriori campagne promosse con insistenza dal nuovo Ispettore Onorario, e seguite dal professor Giacomo Scibona, portarono a nuove acquisizioni sulla topografia della città, nonché di altri importanti rinvenimenti. L’idea dell’Antiquarium divenne oggetto di nuovo dibattito, ma solo nel 1991 l’Amministrazione Comunale di Troina lo istituisce individuandone la sede nell’ex Carcere Borbonico, già sede del Capitano di Città e della Corte Giuratoria. Il progetto viene finanziato e si procede ai lavori che furono sostanzialmente completati nel 1996. Rimaneva solamente da istallare la scala antincendio e l’arredo museale per rendere la struttura fruibile. Ma da quel momento nulla: la scala di sicurezza non è stata ancora realizzata, anche se recentemente in un’ala della struttura è stata inaugurata una mostra permanente dedicata al compianto pittore troinese Gaetano Miani.