Lo ha detto Pietro Lo Monaco, dirigente del dipartimento regionale della Protezione civile e coordinatore dell’attività della commissione, in merito alla definizione e all’invio alla presidenza del consiglio dei ministri e al dipartimento nazionale della Protezione civile del documento che adegua il piano regionale di gestione dei rifiuti, illustrato ieri in giunta dal presidente Lombardo.
E sulla questione megadiscarica prevista nella valle del Dittaino, spara a zero il Presidente di Confindustria di Enna, avv.Nino Grippaldi:
“Mentre un intero territorio veniva offeso e denigrato da allusioni e invettive, la regione con solerzia ha approvato il piano rifiuti inserendo un progetto di un privato, evidentemente ben consapevole delle volontà programmatorie della regione e con ben un anno di anticipo. Al grido di allarme che avevamo dato sulle conseguenze economiche e produttive di tale scelta si aggiunge oggi la preoccupazione che il rischio infiltrazioni mafiose nell’affaire rifiuti si ripropongano sotto altre mentite spoglie.
Considerato che sul piano del 2004 (ordinanza n. 1688 del 29 dicembre 2004) è ampiamente ammesso (anche dalle istituzioni all’uopo preposte) come concreto un tentativo di infiltrazione delle organizzazioni mafiose, considerato altresì che nel medesimo piano regionale erano previste iniziative della medesima impresa che oggi si propone di realizzare l’impianto a Dittaino, riteniamo alto il rischio che anche in questa iniziativa si possano (o siano) sovrapporre interessi criminali o criminogeni di organizzazioni mafiose tendenti a garantire profitto alle medesime imprese già coinvolte nella vecchia pianificazione.
Infatti se nel piano 2004, si prevedeva un impianto in Asi, additato come segnale del rischio infiltrazioni e commistioni imprenditoriali e mafiose, anche
oggi la presenza di un impianto nella medesima area o in aree poco distanti, proposto da un’impresa anch’essa coinvolta nella vicenda termovalorizzatori lasciano temere che il rischio sia ancora intatto.
Per queste preoccupazioni abbiamo già interessato istituzioni di primo piano e stiamo valutando la possibilità di chiedere l’apertura di una inchiesta in commissione parlamentare sulle ecomafia.
Non possiamo accettare che sulla nostra pelle e con l’arma del dileggio si giochino partite che non ci interessano, ma siamo molto interessati a comprendere se e quali convergenze tra imprese-politica-mafia si sono mosse per consentire una così fortuita convergenze di iniziative di soggetti che da decenni vivono in un sistema quale quello dei rifiuti in Sicilia.
Per dirla con la Marcegaglia “davanti al teatrino di veleni abbiamo il dovere di non piegarci” e così faremo fino a che non sarà compresa la realtà delle nostre rimostranze che senza se e senza ma hanno a che vedere solo con il futuro delle aziende e dei lavoratori del sistema agroalimentare dell’area del Dittaino”.