La dichiarazione del Presidente della II Commissione al Consiglio provinciale, che segue quella del 18 giugno http://www.vivienna.it/2010/06/18/enna-consigliere-provinciale-miroddi-per-nostri-amministratori-la-venere-e-caduta-nelle-tenebre/ :
“ E’ sconcertante – osserva Miroddi – come un evento che potrebbe essere il volano per il rilancio economico e sociale di un intero territorio, venga affrontato con tanta superficialità e spocchia da parte di chi dovrebbe sentire come imperativo morale la riqualificazione di un segmento della Regione Siciliana, per anni relegato nel dimenticatoio “.
Ho appreso – prosegue il Presidente della Commissione – che il Comune di Aidone, a seguito di precisi impegni assunti dall’Assessore regionale Armao, ha approntato un progetto esecutivo per il recupero funzionale della ex chiesa di San Domenico, sito nel quale dovrebbe trovare definitiva sistemazione l’importante reperto archeologico.
Progetto che, pur integrato o associato ad un’ipotesi di recupero più strutturale e importante con interventi di architetti e designer esterni indicati dallo stesso Armao, così come assicurato a suo tempo dall’Assessore regionale, se fosse immediatamente posto in essere, consentirebbe, per la data prevista dell’arrivo della Venere, la sua collocazione definitiva.
Bene – puntualizza l’esponente socialista- il sindaco di Aidone mi ha comunicato solo oggi, peraltro a seguito della pressante sollecitazione della mia Commissione, che l’assessore Armao, sottraendosi anche fisicamente al promesso confronto con la municipalità aidonese, e con la commissione provinciale da me presieduta, ha delegato il solito solerte funzionario dell’assessorato a comunicare che il progetto non può essere utilizzato, in quanto occorre indire un appalto concorso per il restauro del sito.
In altre parole altro che Farkas o Piano o chi per loro. Si tratterebbe di ben altro.
“A questo punto vi sono due questioni che intendo porre ed alle quali desidero che siano date risposte inequivoche:
1) Intanto perché l’amministrazione di Aidone non ha informato la commissione provinciale dell’iter del recupero della ex chiesa, stabilendo un contatto diretto con l’assessorato regionale e bypassando la Provincia regionale di Enna?
2) Se quanto affermato dall’esponente dell’ufficio dell’assessorato regionale corrisponde al vero, perché dell’assoluta priorità di tale appalto si parla solo ora, smentendo nei fatti, quanto concordato precedentemente con l’impegno di Armao?
Non è – si domanda Miroddi – che la manfrina che si sta pensando di imbastire, con la stucchevole pratica del rimando tra gli uffici dell’assessorato, sottenda in realtà il tentativo di sottrarre la Venere ad Aidone ed alla Provincia di Enna, allo scopo di collocarla in un sito politicamente più “remunerativo“ per l’attuale assessore regionale?
Non sarebbe la prima volta che utilizzando lacci e lacciuoli, peraltro regolamentari, di cui la Regione siciliana è primatista al mondo, si lavori per confezionare un bel “pacco“ ad un territorio, allo scopo di favorirne un altro.
A questi quesiti – sottolinea Miroddi – occorre che vengano date risposte prima di tutto dall’Assessore, poi dal Sindaco di Aidone, che si sta segnalando per il suo assordante silenzio.
Occorre anche che tali risposte non siano interlocutorie e proferite in burocratichese, ma che, al contrario, si definiscano subito, senza ulteriori rinvii e con un protocollo chiaro, tempi e modalità certe per il restauro dell’ex chiesa e per la collocazione del reperto.
Nei prossimi giorni – conclude Miroddi – convocherò una seduta ad hoc della commissione, che è composta da colleghi che hanno sempre mostrato attenzione e sensibilità verso questo tema, coinvolgendo il Presidente Monaco ed anche il Consiglio Provinciale nella sua interezza, affinchè si affrontino, senza ulteriori tempi morti le questioni che, per essere chiari, attraversano trasversalmente tutte le forze politiche provinciali chiamandole ad una chiara assunzione di responsabilità.
Sulla questione della Venere di Morgantina si gioca infatti – conclude il presidente Miroddi – la credibilità dell’intera classe dirigente provinciale”.