Fuori dalla metafora e senza volere suscitare ansia ed allarmismo, registriamo un senso di scoramento e di disorientamento tra gli aidonesi e quanti in provincia continuano a scommettere sull’evento del rientro della Venere di Morgantina dal Museo Paul Getty di Malibù. Pessimismo e scetticismo sono alimentati prima di tutto dai tempi che continuano a dilatarsi e poi dai dati relativi ai turisti che non solo non sono aumentati, come dimostrano i numeri dei visitatori al Museo di Aidone, ma forse (non ci sono dati ufficiali se non quelli dei biglietti) sono in calo, probabilmente anche a causa della crisi. I turisti, sia organizzati sia fai da te che arrivano a Morgantina, solo in piccola percentuale passano da Aidone per visitare il Museo e il centrostorico e questo nonostante il biglietto unico (4 euro per Morgantina e il Museo, 2 per il biglietto ridotto e 1 euro per i residenti), nonostante l’apertura continuata dalle 9,00 alle 18,30 (per il Museo) e 19,30 (il sito archeologico) senza neppure il giorno di chiusura settimanale (e di questo si deve dare il giusto merito alla Soprintendenza ed al personale che pur carente sta assicurando un servizio continuato ed efficiente), nonostante la presenza degli Acròliti. Certo l’informazione per i turisti, per quanto interessati e volenterosi, è molto carente, per non dire inesistente; quella su Internet è ancora allo stadio preistorico e laddove esiste non è aggiornata (ci sono siti in cui ancora il costo del biglietto è in LIRE!); l’altra , quella sui media, è episodica -in effetti è molto costosa per le magre risorse comunali – e legata più alle news che all’intento di informare il possibile visitatore.
In attesa delle ultime (anche decisive si spera!) sul destino della Venere, che conosceremo dopo l’incontro in Prefettura di tutti i giocatori in campo, la comunità tutta auspica che finalmente si giunga ad una decisione che veda (non in senso figurato) immediatamente l’inizio dei lavori. Se, come ha dichiarato l’Assessore Armao la composizione della statua deve avvenire in modo definitivo e se la sede definitiva non può essere altro che la ex chiesa di San Domenico, che almeno ci venga assicurato che questa location non segni la morte del Museo trasformato in un contenitore vuoto. È vero che gli aidonesi sono, e sembra che non possano non essere, solo spettattori quasi passivi di quanto si va decidendo ai vari livelli superiori (e veramente dopo la Provincia e la Regione si sentiva la mancanza del Ministero degli Interni, terzo….!) ma almeno si augurano di non restare stritolati tra gli ingranaggi complessi di interessi dichiarati e non, mega progetti (anche estemporanei come quest’ultimo progetto del “Museo Diffuso”, teso a valorizzare i beni di proprietà del FEC -Fondo Edifici per il Culto- della provincia ennese e che da parte di Aidone si può leggere in un solo modo: San Domenico resta di proprietà del FEC! E il centro polifunzionale?), sperimentazioni, giochi e giochetti più o meno onorevoli, e l’alacre operosità di tutti quegli altri attori che aspirano a diventare protagonisti o almeno comprimari: l’Università Kore, la Civita, il Distretto Turistico…. Tanto interesse ci onora purchè finalmente porti e a fatti concreti, tangibili, tempestivi e ad azioni coordinate in sinergie armoniche ed efficaci.
Franca Ciantia
Foto: Aidone in confusione e la chiesa di San Domenico e centropolifunzionale