Enna. Un’assemblea dei cittadini che, con molta probabilità può portare a ragionare sulle tariffe per il servizio rifiuti e le relative bollette, al di là del fuori programma del consigliere Giovanni Contino della lista “Enna al centro” che pretendeva che il sindaco Garofalo, prima di parlare con i cittadini, parlasse con il gruppo di consiglieri di opposizione che aveva fatto richiesta di annullare la delibera senza specificati motivi. Un intervento che non ha sicuramente inficiato l’iniziativa che ha permesso al sindaco Garofalo di chiarire parecchie cose, anche con la collaborazione del responsabile della Tarsu, Gino Cameli, dei suggerimenti dati dal segretario Scalogna e dal responsabile della ragioneria, Mustica. Presenti molti componenti di giunta, di cui Enrico Gruppaldi, assessore al bilancio, e Gino La Rocca, assessore all’ambiente, al tavolo della presidenza. “Da questo incontro vogliamo ricavare delle indicazioni da portare al tavolo tecnico per trovare una soluzione che sia condivisa da tutti – ha dichiarato il sindaco Paolo Garofalo – anche se su questo argomento è difficile trovare l’adesione di tutti. Voglio ricordare che siamo un comune in dissesto finanziario, quindi paghiamo di più rispetto agli altri, ma il prossimo anno sarà diverso. E’ sbagliato, come ha fatto qualcuno, a dire che la Tarsu non deve essere pagata perché illegittima. Si tratta di un terrorismo che va a penalizzare tutti, specie i cittadini virtuosi. Vorremo ricordare che il Cga nella sua decisione ha parlato della Tia e non della Tarsu, che per regolamento del comune, va applicata dalla giunta e non dal consiglio comunale. Non vogliamo nessun scontro; non possiamo pensare al licenziamento di operai che guadagnano appena 725 euro al mese. Dobbiamo rivedere i costi, dobbiamo potenziare il servizio di controllo degli utenti per scoprire quanto più possibili evasori. Se pagano tutti si paga di meno. Le bollette vanno pagate, la guerra non serve a nessuno”. Il ragioniere Gino Cameli, intervenuto, per spiegare perché si e arrivati a quelle tariffe, nel 2003 gli utenti pagavano il 57 per cento, il resto lo pagava il comune, oggi questo non si può fare. Il costo del servizio nel 2003 complessivamente era di 4 milioni 508 mila euro, ma questi vanno addebitati agli 11.074 utenti del comune capoluogo, perché il comune non può mettere di suo nemmeno un euro. Poi ha spiegato la tassa Eca, in vigore dal 1937. Subito dopo ci sono stati degli interevento con Gaetano Vicari, presidente del Comitato dei cittadini, che ha invitato tutti a pagare, ma nel contempo ad avere un buon servizio e soprattutto di puntare alla raccolta differenziata. Paolo Di Venti ha invitato l’amministrazione a tenere conto dei portatori di handicap, a migliorare a qualsiasi costo la raccolta differenziata; Tonino Palma, presidente della Cna comunicando che l’Associazione ha fatto uno studio sul problema rifiuti, specie per quanto riguarda le imprese, ed è pronto a collaborare con l’amministrazione; bisogna istituire un fondo di solidarietà per sostenere le fasce deboli. Pippo Bruno dell’Assoutenti, con qualche contestazione, ha parlato di bollette che devono essere pagate ma devono essere legittime, che è notevole il parametro che dall’1,39 nel 2003 passa a 2,80 nel 2010, che ci sono troppi amministrativi e troppi controllori.