Enna. Non c’è stato lo sfratto per le 30 famiglie che, da più di 20 anni, abitano a Pergusa in palazzine costruite con i soldi dell’edilizia convenzionata. L’intervento del sindaco Paolo Garofalo e dell’ufficio legale del comune hanno consentito di evitare lo sfratto che avrebbe messo in difficoltà le trenta famiglie. L’avviso di sfratto era stato recapitato dal comune alle singole famiglie. La “Pirelli Re”, potenza economica nel campo dell’immobiliare, che ha acquistato il credito dal Banco di Sicilia, sta operando anche nel capoluogo ennese, non tenendo conto che un’operazione di sfratto getterebbe nella disperazione tutte queste famiglie che, nella stragrande maggioranza, hanno già pagato parte del valore dell’alloggio che venti anni addietro fu costruito da un imprenditore con la formula dell’edilizia convenzionata.
«Questa tipologia di edilizia residenziale pubblica – ha dichiarato Luigi Scavuzzo, responsabile del sindacato Sunia – prevede che il comune individui un’area, la espropri e predisponga il progetto la cui realizzazione, con finanziamento regionale, è affidata a una impresa che, ultimata l’opera, trasferisce in proprietà gli alloggi agli assegnatari che provvederanno al pagamento del mutuo regionale. Nel caso degli alloggi di Pergusa, l’imprenditore Astuto, dopo avere spremuto del denaro agli assegnatari, ha dichiarato fallimento ed è fuggito con la cassa».
«Meno male che l’intervento del sindaco Garofalo e dell’ufficio legale del comune – prosegue Luigi Scavuzzo – ha comportato lo scivolamento al 14 ottobre di una seconda ricognizione per stabilire la procedura da seguire. Probabile la costituzione di una nuova cooperativa che possa affrontare queste problematiche, perché è anche evidente che la Cgil con il neosegretario Rita Magnano e il Sunia si adopereranno in tutte le sedi perché questi alloggi rimangano ai proprietari attuali che hanno già pagato la maggior parte della somma dovuta. E’ giusto che alle 30 famiglie di Pergusa, che non lasceranno per alcun motivo gli alloggi, è dovuta una soluzione immediata e risolutiva di un problema che, l’inerzia e l’incapacità di molti, ha permesso si trascinasse per 20 anni e che ha ormai esasperato gli animi di coloro i quali temono che al danno possa unirsi la beffa.