Arriva a Troina il velo di Sant’Agata

Troina. Il velo di Sant’Agata arriva questa mattina alle 9.30 in piazza Magellano da dove, poggiato sul fercolo di San Silvestro, è portato in processione nella vicina omonima chiesa per essere esposto sulla tomba del santo patrono del paese alla venerazione dei fedeli dalle 11 fino alle 15. Nel pomeriggio, il Velo sarà portato all’Oasi perché possano vederlo anche i ragazzi disabili. Alla 17 ci sarà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Paul Poupard. Alle 18,30 il Velo di Sant’Agata ritornerà in elicottero a Catania. L’evento rientra tra le iniziative previste dal programma del Giubileo per il nono centenario della nascita di san Silvestro, monaco basiliano e patrono di Troina. L’ostensione del Velo di Sant’Agata a Troina è un evento straordinario perché non accade spesso che la reliquia della santa catanese lasci Catania, sia pure per un giorno. L’ultima volta è avvenuto nell’agosto del 2008, quando il Velo fu portato ad Alì, un paesino del Messinese. Di Sant’Agata si conservano due reliquie: il velo ed la mammella strappatale dai torturatori su ordine del procuratore romano Quinziano nel 251 d.C. Agata aveva 15 quando subì il martirio dello strappo della mammella, che la condusse alla morte terrena. Quelli furono anni terribili per i cristiani. Sotto l’imperatore Decio, dal 249 al 251, i cristiani subirono la più terribile e sistematica delle persecuzioni alle quali furono sottoposti durante l’impero romano. Al Velo di Sant’Agata la tradizione attribuisce il potere soprannaturale di fermare l’avanzata della lava che minaccia di sommergere città e paesi. Secondo la tradizione, San Silvestro da Troina, vissuto dal 1110 al 1164, nutriva una speciale devozione per Sant’Agata talmente profonda che disubbidì all’ordine dell’abate di restare in convento a Troina ed andò a Catania in pellegrinaggio per San’Agata. Dopo 900 anni, è Sant’Agata, tramite il suo Velo, che viene in pellegrinaggio a Troina per San Silvestro. Sembra un racconto fantastico, che a prima vista non ha alcun rapporto con la realtà, quel pellegrinaggio di San Silvestro a Catania per venerare Sant’Agata. Ma non vi è leggenda o miracolo che non poggi su un fondo di verità, accresciuta da racconti e dettagli che spesso rendono gli eventi mitici e straordinari da far pensare che sia dubbio qualsiasi riferimento storico. Ma come ricordava Giambattista Vico, “le tradizioni volgari devono aver avuto pubblici motivi di vero, onde nacquero e si conservarono da interi popoli per lunghi spazi di tempo”. Nell’archivio storico della Diocesi di Catania, infatti, è conservato il documento del 1126 “De traslazione divae Agathae et alia” nel quale il vescovo Maurizio descrive l’arrivo a Catania da Costantinopoli delle reliquie di Sant’Agata. In quel documento, Maurizio accenna all’abate e a sette monaci basiliani del cenobio san Michele Arcangelo da Troina che erano venuti in pellegrinaggio a Catania per vedere le reliquie di Sant’Agata. Al più giovane di quei monaci, appena giunto a Catania, gli si erano gonfiate le ginocchia al punto tale che non poteva più camminare, probabilmente per il lungo viaggio a piedi. Alla vista delle reliquie di Sant’Agata, scomparve il gonfiore alla ginocchia del giovane monaco basiliano, che ritornò a piedi a Troina come se volasse.
Silvano Privitera

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