Sacra Sindone. Diocesi di Piazza Armerina in pellegrinaggio a Torino

Piazza Armerina. In occasione dell’ostenzione a Torino della Sacra Sindone si è svolto un pellegrinaggio della diocesi di Piazza Armerina dal 26 al 29 aprile 2010 presieduto dal vescovo Michele Pennisi. Si sono visitati anche Chambery, Lione, Ars, Cluny, Paray le Monial, e Taize. Dodici i sacerdoti diocesani che hanno perso parte al pellegrinaggio rappresentativi dei vari centri della diocesi piazzese e anche molti laici. Una presenza simbolica che fa pensare alla chiesa apostolica.
“Prima che le luci dell’alba del 26 aprile 2010 illuminassero il giorno, di buon mattino, come le donne che si recarono presso la tomba vuota del Signore, – dichiara mons. Pasquale Bellante – i pellegrini sono partiti per raggiungere Torino. Arrivati a destinazione hanno celebrato nella Chiesa della Consolata. Successivamente, seguendo il percorso predisposto si sono recati alla visita della Sindone. Tre file concentriche, a diversi livelli, sono predisposti davanti al telo sindonico per dare modo ai pellegrini di soffermarsi nella visione. Una ulteriore fila, la più bassa e la più vicina alla Sindone è riservata agli ammalati in carrozzella e ai vescovi”
Prestamente mons. Pennisi si è portato avanti, il personale addetto lo ha fatto passare dal varco predisposto ed ecco che egli viene a trovarsi a pochi passi del lino sindonico. Accanto a lui gli ammalati in carrozzella. Egli sosta in preghiera silenziosa. I suoi occhi sondano, nella contemplazione amorosa, le tracce misteriose giallo ocra e rossicce per scorgere le membra, il volto, le ferite. La voce di una sorella del servizio dopo aver indicato i vari segni delle piaghe e delle varie parti anatomiche recita una preghiera e invita ad andare oltre per lasciare spazio a chi viene dopo”.
“Che cosa ho visto? – continua don Pasqualino – Un uomo che ha sofferto, che ha sofferto tanto da morire. Un uomo. Solo un uomo. Il dolore umano e “divino” inestricabilmente uniti nell’unico UOMO misura di ogni uomo. La fede riconosce l’uomo Gesù di Nazareth, il Cristo Signore. Saranno stati forse questi i pensieri di mons. Pennisi, in quegli istanti di contemplazione che sembrano rallentare il tempo frammentandolo in mille e più richieste di aiuto e intercessione a favore dei fratelli nella fede a lui affidati, in particolare per gli ammalati, i bambini, i giovani, i sacerdoti, i religiosi, gli istituti di vita consacrata”.
“La voce incalza, – conclude don Bellante _ chiedendo che si faccia spazio a chi attende, non si vorrebbe andare via, si rimane ancora come calamitati da quella presenza enigmatica. Ancora un poco, ancora un poco; ci si volta indietro mentre si va via con un senso di vuoto, come quando si lascia una persona cara che non si rivedrà per lungo tempo così da vicino, faccia a faccia. Cosa hai visto? Si potrebbe chiedere ad ogni visitatore, e la risposta corale potrebbe essere quella di un celebre canto pasquale: “Abbiamo visto il sudario di Cristo. E’ risorto e ci precede…”.
Giuseppe Carà