Enna. Sospende l’attività il Comitato Cittadini per le elezioni
Enna-city - 10/04/2010
Comitato dei Cittadini, presieduto da Gaetano Vicari, del comune capoluogo, come è ormai suo stile e impegno fin dal 1995 data della sua costituzione, durante le elezioni ritiene opportuno onde evitare interpretazioni pro o contro dei problemi che vengono evidenziati alle Istituzioni, sospende la sua attività di segnalare problemi che coinvolgono il tipo di elezioni in corso.
Prima che si conoscono i candidati sia per il Sindaco e dei consiglieri comunali si ritiene opportuno far conoscere alcuni scritti di Napoleone Colajanni a tal proposito,nella sua pubblicazione “Le Istituzioni municipali” del 1883. Nelle pagine: 65, 66, 67 della pubblicazione, N. Colajanni, riporta quello che scriveva H. Spencer: “Le elezioni municipali riescono esse alla scelta dei più capaci, che si possa trovare?… I Consiglieri municipali non si distinguono né per l’intelligenza, né per la nobiltà del carattere, Al contrario, i consigli si compongono di un gran numero di zeri frammischiati ad alcuni uomini di valore…”.
“Come ciascuno sa, gli elettori si regolano avanti tutto sull’opinione politica dei candidati. La prima questione che si fa ad un candidato non è per sapere s’egli ha delle condizioni estese, del giudizio, o dell’attitudine agli affari, o s’egli à perfettamente capace della funzione di cui si tratta; ma se egli è whig (liberale) o tory (conservatore)… Una volta approvata la sua politica, il punto più importante per essere nominato non è una rettitudine ed una abilità provata; ma le relazioni di amicizia con quelle della conterie dominante. Alcuni individui, che sono dei notabili nel loro mondo, che hanno l’abitudine di vedersi, per esempio; nell’hotel principale e che sono legati più dalla fraternità della tavola, che da quella delle opinioni, discutono i meriti di quelli che si presentano e decidono quali sono quelli, che convengono. Infatti è in questa deliberazione, nel mezzo dei grogs che si regola la scelta dei candidati, e di seguito le elezioni e le preferenze naturalmente, sono per quelli che si piegheranno innanzi a questo stato maggiore, per quelli che annegheranno la loro opinione proprio nella politica del partito.
Quelli, che hanno troppo indipendenza per farlo,che vedono troppo lungi per accettare lo shibboleth (l’appartenenza) del momento, o Sono troppo delicati per mischiarsi agli allegri giovanotti, ai buontemponi, che governano così le città, soccombono: e tanto peggio se essi sono i più capaci! Così i più abili, sia per le influenze che agiscono sotto mano, sia, pèr un disgusto che fa loro rifiutare le offerte, non appartengono ordinariamente al corpo governante. . . Con delegati di una così mediocre qualità, le funzioni non possono adempirsi con efficacia ed economia…”.
Sempre Napoleone Colajanni nel 1895 sulla Rivista “Il Rinnovamento” di Edoardo Pantano scriveva col titolo “l’Italia reale e l’Italia ufficiale Il clamoroso contrasto tra l’Italia reale è l’Italia ufficiale è nelle cose e negli uomini, in alto e in basso”. “In basso si trovano elettori malcontenti dei loro rappresentanti nel Municipio, nella Provincia, nel Parlamento, ma rinnovano loro il mandato in ogni elezione, quale sia, stata la loro condotta; quale sia stato il deviamento del programma svolto nel periodo elettorale”. “Nel ripristinare entro i limiti del possibile, l’armonia tra la vita ufficiale e la vita reale del paese, nel modo che l’una sia l’espressione sincera
dell’altra, sta il segreto del rinnovamento”.
Come si evince a distanza di più di un secolo, gli scritti di Napoleone Colajanni, fanno ancora riflettere.