Incontro ad Aidone sui Lamenti della Settimana Santa
Aidone - 03/04/2010
Ad Aidone si parlerà dei Lamenti della Settimana Santa, una tradizione mantenuta intatta e ininterrotta fino ad oggi. Il Sabato è il giorno della Settimana Santa dedicato al silenzio e alla meditazione che segue alla grande gioia del giovedì e alla profonda commozione del Venerdì, quando le strade, attraversate fino a notte fonda dalle processioni della Bara del Cristo Morto, hanno risuonato delle meste musiche delle bande e dagli strazianti lamenti cantati dai confratelli. L’A.D.A. (Associazione donne aidonesi) ha voluto “occupare” un’oretta del Sabato ( l’appuntamento è alle ore 17,30 nella chiesetta dell’Annunziata) per proporre una riflessione su quanto abbiamo vissuto in questi giorni e soprattutto per fare il punto sul stato di conservazione delle tradizioni più genuine che potrebbero rischiare la sparizione per mancanza di praticanti. È il caso soprattutto dei lamenti e dei lamentatori. Il lamento, u ddamint’ nel nostro dialetto galloitalico, è veramente un elemento caratterizante della liturgia popolare; anche se le parole, che pure i lamentatori conoscono bene, non sono comprensibili a nessuno, tuttavia il loro ascolto, aiuta ad entrare ed immedesimarsi nel mistero della Passione. Il Canto più eseguito è “Li vintiquattrura” dove il succedersi in crescendo delle ore della Passione – dal tradimento di Giuda alla morte accertata con il lancio della spada – è interrotto solo dai quattro distici in cui alla Madre dolente, che chiede di baciare le sue carni straziate, il Figlio risponde affidandole come nuovo figlio Giovanni, simbolo di tutta l’umanità. I Lamenti o lamentanze sono eseguiti in molte parti lella Sicilia, soprattutto in alcuni comuni dell’ennese e a Caltanissetta e provincia, dove vengono chiamate anche ladate , e laudatori i loro esecutori. In Aidone , dove godono di una antichissima tradizione, sono affidati ormai quasi esclusivamente agli anziani e per questo sono a rischio di estinzione pur continuando ad essere cantati durante la Settimana Santa, sia nel corso delle visite ai Sepolcri che nella processione del Venerdì.
I giovani pur essendo interessati a impararli forse non trovano da parte degli anziani la disponibilità a insegnare e a trasmettere questo prezioso patrimonio. L’incontro proposto dall’ADA , oltre a perseguire il puro piacere dell’ascolto – infatti si riascolteranno i canti nella forma originale ma anche attraverso la lettura drammatizzata dei testi secenteschi – si propone come un input a fare incontrare generosamente quanti tra i giovani vogliano imparare intraprendendo un percorso a ritroso nel tempo per recuperare e diffondere un patrimonio culturale dell’identità siciliana e aidonese, e quanti tra gli anziani, avendo a cuore questa tradizione, prendano coscienza che non c’è altro modo per trasmetterli che insegnarli ai più giovani, magari sfruttando il momento favorevole che vede molti giovani iscriversi nelle confraternite, anche lontane dalla tradizioni familiare o corporativistica che caratterizzavano fino a qualche tempo fa l’appartenenza ad una certa confraternita piuttosto che ad un’altra. Il nostro auspicio pertanto è quello di favorire questo ponte tra le generazioni e creare un gruppo di lamentatori che possano tramandare ancora per tanti, tanti anni questa meravigliosa tradizione.
Francesca Ciantia