Nuovo statuto del Circolo Operai di Troina
Troina - 03/03/2010
L’assemblea dei soci del Circolo Operai di troina, che si è tenuta domenica 28 febbraio ha approvato all’unanimità il nuovo statuto del sodalizio proposto dal presidente Salvatore Barbirotto. Quando fu eletto presidente, un paio di anni fa, Barbirotto aveva annunciato che avrebbe provveduto a redigere un uno nuovo statuto del Circolo Operaio più aderente ai nuovi tempi. Le innovazioni di maggiore rilievo riguardano la composizione del consiglio di amministrazione, che si riduce da 11 a 5 componenti, e l’apertura del Circolo alle donne, che possono essere ammesse a socie del Circolo Operai, se ne fanno richiesta. E’ previsto anche il voto per delega. Riduzione del numero dei componenti del consiglio di amministrazione ed il voto per delega hanno lo scopo di snellire le procedure per l’assunzioni di decisioni. Il nuovo statuto contiene una norma transitoria, valida solo per il 2010, che consente l’ammissione a socio, affiliato o ordinario, ai figli ed alle figlie di età inferiore a 15 anni dei soci. Il Circolo Operai, fondato nel 1862, è il circolo più antico di Troina. Non tragga in inganno il fatto che il questo circolo sia denominato Circolo Operai. Il sostantivo operaio non va inteso in marxiano di lavoratore dipendente. I primi soci del Circolo Operai erano artigiani, che nelle loro professioni di falegname, muratore, fabbro, sarto, calzolaio etc avevano raggiunto una perfezione che rasentava l’arte. Questa caratteristica, nella composizione sociale, il Circolo l’ha conservata anche dopo, fino alla metà del Novecento.
Ma allora perché si chiama Circolo Operai?
In una società contadina molto stratifica, con confini di ceto e di classe molto netti, come era la società troinese dalla metà dell’800 fino alla metà del 900, dove contava sia politicamente che socialmente chi aveva il possesso della terra, l’artigiano si considerava un lavoratore al pari di un operaio inteso in senso marxiano. Questo spiega anche perché buona parte degli artigiani troinesi, fino agli ’70 ed ’80 del Novecento, di spirito fortemente laico, con alcuni tratti di anticlericalismo, votava per i partiti di sinistra come il partito socialista ed il partito comunista.
Silvano Privitera