“Comprendo che c’è un cantiere aperto ma non comprendo – scrive – come si possa far visitare la villa nelle condizioni in cui l’ho trovata, con una sola stanza aperta nella confusione generale. Ho visto tutti i turisti, nessuno escluso, lamentarsi vivacemente per le condizioni di visita loro imposte”.
La Spitaleri aggiunge di avere parlato anche con numerosi operatori del settore turistico armerini: “Ho trovato amarezza e scoraggiamento nei ristoratori, i commercianti e tutti gli operatori economici e turistici con cui sono venuta a contatto. Ho costituito a Piazza Armerina un importante raggruppamento con il forte proposito di incentivare la promozione del territorio per mezzo del cavallo, legando natura e cultura secondo una formula oggi vincente, ma mi chiedo come si possa promuovere un territorio dove non sembra esserci nessuna attenzione per le dinamiche economiche e turistiche legate al sito archeologico che rappresenta l’attrattiva principale di Piazza Armerina e dintorni”.
Un commento duro che allo stesso tempo è un grido di allarme sulla situazione che si è creata nel sito archeologico siciliano più famoso al mondo. La presidente delle Giacche verdi, ultimata la sua visita, si è fatta carico di far conoscere le problematiche che stanno vivendo gli operatori del settore, ma anche di rendere nota la situazione all’interno della Villa romana del Casale a seguito dei lavori di restauro.
“Mi sono impegnata a far conoscere la situazione della Villa romana – conclude la lettera – auspicando che politici e istituzioni rivolgano l’attenzione verso un’area della Sicilia oggi fortemente colpita dalla disorganizzazione cantieristica e burocratica”.
Giulia Martorana