Enna. L’assessore alle attività produttive del Comune di Enna Tonino Palma informa le imprese che esercitano le attività di commercio su aree pubbliche, che sul territorio della Regione Siciliana, l’autorizzazione all’esercizio della vendita ambulante, non è più subordinata alla presentazione del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC).
Lo stabilisce la circolare firmata dall’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi. La disposizione, inoltre, annulla la precedente circolare (n°6 del 28 dicembre 2009) che appunto prevedeva l’obbligo, da parte degli ambulanti, di allegare ai Comuni il Durc alle istanze autorizzative.
Successivamente, infatti, la finanziaria nazionale ha delegato alle Regioni la decisione di subordinare il rilascio dell’autorizzazione alla presentazione del Durc. Non avendo ancora l’Assemblea Regionale Siciliana legiferato in materia e in attuazione della Finanziaria l’assessorato regionale ha provveduto ad informare tutti i comuni del cambiamento delle norme che regolamentano il rilascio delle autorizzazioni per la vendita ambulante su aree pubbliche. Pertanto i Comuni possono sospendere l’attività di richiesta del DURC, la cui mancata presentazione comportava la sospensione della licenza.
L’assessore ha così commentato: “Ormai il Documento Unico di Regolarità Contributiva è diventato una di quelle attestazioni obbligatorie senza le quali non è possibile partecipare a bandi di gara, riscuotere contributi, accedere a finanziamenti. L’estensione di questo obbligo anche al rinnovo delle autorizzazioni relative all’esercizio di attività come quelle del commercio su aree pubbliche, aveva suscitato sin da subito, da parte delle associazioni di categoria, delle perplessità che mi sono state rappresentate in più occasioni, in quanto da un lato, pur condividendo l’esigenza di garantire il controllo sulla regolarità delle posizioni contributive di tutte le imprese, dall’altro si ritiene questa misura troppo penalizzante nei confronti di quegli imprenditori che, trovandosi magari in momentanea difficoltà, avendo pendenze con gli enti previdenziali o assicurativi, non potevano più esercitare l’attività.
Senza questa circolare i Comuni non avevano alcuna possibilità di derogare da questa regola, oggi invece è possibile venire incontro alle esigenze delle imprese che si trovano in difficoltà, in attesa di una norma che sappia contemperare le esigenze di una diffusa legalità con le oggettive condizioni di chi si trova ad operare in un momento di particolare crisi”.