Comune Enna. Piano edicole, l’Assessore Palma precisa
Enna-city - 19/01/2010
Enna. In relazione al piano delle edicole predisposto dall’amministrazione comunale e in fase di approvazione da parte del Consiglio Comunale l’assessore alle attività produttive Tonino Palma precisa:
“L’articolo in cui si contesta la emanazione da parte del Comune del Piano delle Edicole, contiene una serie di inesattezze e lacune che tradiscono la scarsa competenza di chi lo ha scritto. Per maggiore precisione e per la curiosità di chi è interessato, il piano elaborato tiene in considerazione la L.R. 22/12/99, n. 28, concernente la riforma della disciplina del commercio; il D.R. n. 445 del 17/04/00, con il quale sono state emanate direttive regionali in materia di piani di localizzazione dei punti vendita di giornali quotidiani e periodici; il D.L.vo 24/04/01, n. 170 di “Riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica, a norma dell’art. 3 della L. 13/04/99, n. 108; la circolare esplicativa del Ministero delle attività produttive n. 3538/c del 28 dicembre 2001; il D.A. del 13/11/02 e la Sentenza, n. 561/07 del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana.
In base a tali norme, i comuni della Sicilia non hanno semplicemente la prerogativa ma piuttosto sono “obbligati” a dotarsi dei piani previsti dal decreto legislativo n. 170/2001.
Detti piani sono finalizzati al perseguimento dei seguenti obiettivi:
a) incremento della diffusione dei mezzi di informazione e stampa mediante, ove necessario, l’aumento del numero delle rivendite e l’ampliamento delle superfici espositive e di vendita;
b) articolazione omogenea nel territorio comunale, nel rispetto delle diverse realtà sociali ed insediative esistenti, della rete di distribuzione e di vendita dei giornali, quotidiani e periodici, al fine di renderla costantemente adeguata alle esigenze dell’utenza ed, in genere, degli operatori dell’informazione;
c) facilità di accesso dell’utenza ai punti di vendita della rete distributiva comunale.
Per definire il numero ottimale dei punti vendita e la loro corretta distribuzione nel territorio, è previsto che i comuni, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, predispongano i piani tenendo conto della densità della popolazione, del numero di famiglie, delle caratteristiche urbanistiche e sociali delle diverse zone o quartieri, (quindi non dell’intero territorio comunale); inoltre devono tenere conto dell’entità delle vendite nell’ultimo biennio sia dei quotidiani che dei periodici, del numero delle rivendite esclusive e non esclusive esistenti e della loro ubicazione nell’ambito di “ciascuna zona comunale”.
Se prendiamo ad esempio la zona di Lombardia, che appartiene ad un’area territoriale con oltre mille famiglie residenti, non vi è alcun punto vendita quindi è una zona completamente scoperta e il piano prevede la possibilità di un unico punto vendita nuovo per Enna Alta, localizzato proprio nella zona di Lombardia.
Ad Enna bassa, oltre alle famiglie residenti, è stata presa in considerazione la popolazione fluttuante (come prevede la norma) rappresentata dagli studenti e dalla presenza dell’ospedale che giustificano l’incremento previsto per questa zona.
Per i dati riferiti alle vendite e altre informazioni in possesso degli operatori, è stata indetta una specifica riunione alla quale hanno partecipato i rappresentanti dei commercianti e dei distributori, che hanno avuto la possibilità di esprimere in quella sede il proprio parere, anche se non vincolante, sull’intero piano, in rapporto ai dati economici sulle vendite in loro possesso e invece si sono astenuti, come risulta dai verbali ufficiali della riunione.
Per cui tutti i passaggi e il rispetto delle norme sono stati garantiti.
Per ulteriore precisazione occorre anche sottolineare che la tendenza delle nuove norme regionali, nazionali ed europee, tendono a liberalizzare qualsiasi forma di autorizzazione e in particolare la direttiva comunitaria 2006/123/CE, del 28 dicembre del 2006 relativa ai servizi nel mercato interno, impone agli stati membri di adeguare la propria normativa all’insegna della modernizzazione che porterà alla più decisa liberalizzazione dei servizi e a un abbattimento della burocrazia entro il 28 dicembre del 2009, per cui non è escluso che a giorni potrebbe essere decretata la completa liberalizzazione del settore.
Alla luce di quanto detto, mi sembra alquanto anacronistica la difesa corporativa ad oltranza da parte di chi, avendo l’importante compito di rifornire i punti vendita, si esercita invece, senza le dovute competenze, a dare lezioni di pianificazione territoriale tramite i giornali e quando è chiamato ad esprimere ufficialmente il proprio parere invece si astiene. Ritengo che sia necessaria una maggiore serietà e un maggior rispetto per chi ha l’onere di dover regolamentare e pianificare un territorio tenendo in considerazione gli interessi collettivi e non di singoli gruppi, così come bisogna saper utilizzare correttamente i metodi democratici che consentono a tutti, nei tempi e nei modi stabiliti, di poter esprimere il proprio parere. Rinunciare ad esprimersi nelle sedi opportune, per divulgare il proprio dissenso tramite giornale, non solo testimonia mancanza di stile ma tra l’altro risulta perfettamente inutile e impedisce il leale e corretto confronto tra le parti.