Enna. Sicurezza nelle scuole: una bomba (atomica?) pronta ad esplodere. Studenti minacciano occupazione Palazzo Provincia
Enna-Cronaca - 19/11/2009
Enna. Il consigliere provinciale Sergio Malfitano continua nella sua solitaria battaglia sulla sicurezza nelle scuole, l’ultimo suo –pesantissimo – intervento:
“A questo punto perchè non mandiamo i ragazzi a studiare agli stadi?. In questi giorni abbiamo assistito alla chiusura dello stadio di calcio “Stefano La Motta” di Nicosia alla fruizione dei tifosi, per la mancanza di tutti i documenti previsti dalla normativa in vigore, compresa la certificazione antincendio. Di contro, registriamo l’enorme paradosso che 33 edifici scolastici provinciali su 34, privi della necessaria Certificazione Prevenzione Incendio, restano regolarmente aperti alla fruizione della popolazione studentesca e degli operatori scolastici.
Mi chiedo: ”Come mai forze dell’ordine e istituzioni sono giustamente così solerti nel chiudere un intero stadio alla fruizione dei tifosi e, parimenti, non viene usata la stessa determinazione in ambito di sicurezza degli edifici scolastici?”
La risposta, secondo il Presidente Monaco, è semplice: “Siccome il 42 per cento degli edifici scolastici (come da stima di Legambiente) è priva di certificato di agibilità e visto che, per mettere in sicurezza tutte le scuole italiane ci vorrebbero 14 miliardi di euro, le scuole della provincia, prive di necessarie certificazioni, restano normalmente aperte e fruibili”.
Ma perché Presidente Monaco, anziché leggerti le stime di Legambiente, non provi a trascorrere un po’ di tempo ad approfondire quegli stessi atti che per 10 lunghi mesi, mi sono stati volutamente negati dalla tua A.P. nonché dal tuo Dirigente, Ing. Enrico Cascio?
Certamente non puoi sostenermi di essere al corrente che su 34 edifici scolastici di pertinenza provinciale, 16 sono sprovvisti sia di certificazione di collaudo statico che di agibilità per uso scolastico; che solo 8 scuole hanno provveduto ad aggiornare il documento di valutazione dei rischi e piano di evacuazione, 20 ne sono completamente sprovvisti, e che soltanto 6 hanno redatto semplicemente il piano di emergenza. Ma l’aspetto più interessante è che nessun istituto della provincia è in regola col certificato di rischio sismico in una zona come la nostra classificata ad alto rischio sismico.
E come non parlare degli istituti Tecnico Industriale “E Majorana” di Piazza Armerina ed il Tecnico Commerciale “Duca D’Aosta” e per Geometri di Enna, entrambi costruiti intorno al 1980, il primo, parzialmente chiuso per cedimenti strutturali dovuti al calcestruzzo declassato e, il secondo, con evidenti corrosioni dei ferri di armatura, proprio alla base dei pilastri della struttura?
A questo aggiungo che proprio la scuola piazzese era in possesso dei regolari certificazioni di agibilità per uso scolastico (10/01/1981) e di collaudo statico (22/11/1982)…PAZZESCO!!!
L’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometra “A. Volta” di Nicosia non ha nulla da invidiare ai primi due istituti appena menzionati, in quanto si presenta in pessime condizioni e necessita di un intervento di adeguamento alle norme di sicurezza e ripristino del prospetto esterno sull’intero edificio.
Inoltre, 14 edifici su 34 necessitano di manutenzione straordinaria in particolare per problemi riscontrati a controsoffitti, oltremodo pesanti (pensa un po’!), a solai, a scale, a murature verticali ed orizzontali e alle pavimentazioni interne ed esterne.
Adesso, Presidente, prova a definire tutto ciò demagogia politica?!
Molte delle relazioni tecniche della provincia giudicano come buono lo stato di numerose scuole solamente a vista! Ma sai, Presidente Monaco, anch’io, come moltissimi altri, giudicavamo come buono, solamente a vista, lo stato della Strada “Panoramica”; eppure è venuta giù!
Mi chiedo in base a quali elementi tecnici, tu e numerosi Dirigenti scolastici, ritenete sicure le nostre scuole provinciali, prive di ogni certificazione, di ogni analisi tecnica, carotaggio e quant’altro?
Io, personalmente, dopo il crollo del liceo di Rivoli, della Strada “Panoramica”, dell’alluvione di Giampilieri, delle recenti scosse sismiche avvertite nella nostra provincia, alla luce di quanto sopra esposto, ritengo più che mai URGENTE proclamare lo stato di emergenza riguardo alla sicurezza degli edifici scolastici nella nostra provincia.
Tu, se lo ritieni opportuno, rimani pure tranquillamente seduto sulla tua comoda poltrona presidenziale!
Io, al contrario, ho intenzione di occuparmi seriamente di questa situazione drammatica della nostra provincia, ricordandoti che mai, nella mia pur breve carriera politica, ho sposato cause solo per fini di demagogia politica.
Stai sicuro che metterò in campo quella stessa determinazione mostrata durante la dura “battaglia” per l’istituzione del Registro Tumori nelle province di Enna, Caltanissetta ed Agrigento e so che questo creerà, certamente, parecchi fastidi al tuo quieto modo di amministrare!
Sono, inoltre, certo che le Istituzioni tutte non mi lasceranno solo in questa, che ritengo essere la madre di tutte le battaglie.
Intendo, altresì, dichiarare, con la presente, la mia più totale disponibilità a collaborare con le autorità preposte al fine di produrre, ove fosse richiesto, tutta la documentazione e le informazioni in mio possesso”.
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Per dovere di informazione le notizie della manifestazione degli studenti, a seguire il comunicato stampa ufficiale della provincia regionale di Enna:
Lo sciopero delle studentesse e degli studenti del 17 novembre è stata una giornata di mobilitazione generale che ha coinvolto non solo gli studenti medi ma anche universitari e ricercatori, scesi in piazza per la prima volta assieme, con una sola piattaforma rivendicativa. Enna dal canto suo ha fatto sentire la sua voce per rivendicare il diritto allo studio; fondi per l’edilizia scolastica; accessibilità al sapere; una didattica innovativa; la contrarietà al Ddl Aprea che prevede l’ingresso dei privati nelle scuole; contrarietà alla trasformazione in fondazioni private delle università; fondi per la ricerca; democrazia partecipativa; libertà di informazione e pace. “Siamo scesi in piazza per rivendicare il diritto allo studio e l’accessibilità ai saperi, un corteo colorato da bandiere, slogan – dichiara Dalila Gennaro dell’Unione degli Studenti – e da molta rabbia di chi non ha più voglia di pagare la crisi. Certo, ieri non è stato il 9 ottobre come dimostrano i numeri di partecipazione al corteo anche se dobbiamo considerare che molti degli studenti aspettavano in Piazza F. Crispi (Belvedere), dove si preparava il sit -in con la didattica alternativa, stand, assemblee, mostre fotografiche, giocoleria, volantinaggi per spiegare ai cittadini i motivi dello sciopero e infine tanta musica”. “Abbiamo voluto incontrare i rappresentanti della Giunta Provinciale per manifestare la nostra contrarietà all’immobilità di chi, in questi anni dal PD al PDL, non ha lavorato seriamente per il miglioramento delle strutture scolastiche – aggiunge Paolo Grimaldi dell’Unione degli Studenti – come di fatto ci dimostrano le condizioni delle scuole stesse. Diamo un giudizio negativo all’incontro avuto con l’assessore Cardaci, il quale si è limitato a dire che l’Amministrazione sta facendo quel poco che può con i soldi a sua disposizione, ma quando abbiamo chiesto un impegno politico da parte dell’amministrazione, lo stesso ha lanciato la “patata bollente ai deputati ennesi e alle passate amministrazioni che non hanno saputo lavorare in tal senso. Siamo decisamente stanchi – continua Grimaldi – di questi scarica barile, vogliamo la “svolta” tanto sbandierata da questa amministrazione in periodo di campagna elettorale, anche perchè il PD nella passata amministrazione della Provincia Regionale di Enna è stata poco attenta al tema dell’edilizia e ha dirottato quei soldi alla fondazione Kore (università privata). Ritorneremo sicuramente in piazza e a occupare simbolicamente – conclude Grimaldi dell’UdS – il Palazzo della Provincia se da oggi sino a dicembre l’amministrazione e la politica ennese non prenderà una posizione netta e chiara nei confronti di Regione e Governo per il rilancio dell’edilizia scolastica e del diritto allo studio in una realtà dove la cultura e la socialità sembrano essere diventati un ricordo sbiadito”.
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L’assessore alla Pubblica istruzione, Dario Cardaci, ha incontrato una delegazione di studenti degli istituti superiori della provincia che hanno promosso un corteo cittadino per protestare contro alcuni problemi che riguardano il mondo della scuola e in particolare la situazione dell’edilizia scolastica. Ad affiancare l’assessore Cardaci anche i due dirigenti competenti in materia di Pubblica Istruzione ed di Edilizia scolastica, rispettivamente, Geppina Gatto e Enrico Cascio. “E’ stato un confronto aperto e franco – ha commentato Cardaci – che ha permesso di chiarire alcuni aspetti legati soprattutto alla sicurezza degli edifici e di sgombrare il campo da facili polemiche che di fatto non aiutano ad affrontare e a risolvere il problema”. Dopo avere ascoltato le ragioni della delegazione che ha chiesto un maggiore impegno dell’Amministrazione per garantire scuole più sicure, Cardaci ha ricordato come il problema non riguardi solo la provincia di Enna ma l’intero territorio nazionale e che sicuramente non è di facile ed immediata soluzione considerato che l’impegno finanziario richiesto è oltremodo oneroso. “Le risorse destinate alla Provincia non sono sufficienti occorre quindi, ha sottolineato Cardaci – che la deputazione regionale e nazionale ponga nelle sede opportune con forza questa problematica , oramai atavica, per riuscire ad ottenere i finanziamenti necessari”. L’Ente, intanto, così come ha spiegato il dirigente Enrico Cascio ha avviato relativamente al problema sismico 8 verifiche strutturali utilizzando un finanziamento di 300 milioni di euro della Protezione civile regionale. Sono in corso, inoltre, lavori di adeguamento nella sede del liceo classico di Enna e nell’istituto tecnico industriale di Piazza Armerina. “Mi preme sottolineare – ha ribadito Cardaci – come l’ attenzione dell’Amministrazione è alta e che non si abbasserà la guardia convinti come siamo che dotare le nostre scuole di strutture adeguate e soprattutto sicure è un nostro preciso dovere come amministratori e un diritto come cittadini”.