Centuripe, Assessori indipendenti revocati replicano a Sindaco

Bagarre politica a Centuripe. Non si risparmiano le accuse reciproche nei vari schieramenti. Il primo cittadino lunedì scorso ha azzerato tutta la Giunta, sembrebbe a seguito dei risultati elettorali delle ultime europee. Prende posizione il gruppo degli Indipendenti, guidati dall’avvocato Pascal Bonomo, dopo la decisione del primo cittadino di Centuripe Antonino Biondi di azzerare la giunta per motivazioni politiche, che nulla hanno a che vedere con la pratica amministrativa, valutata come ineccepibile: “L’azione del sindaco ha portato, con un unico atto amministrativo, alla revoca del mandato a: Nino Biondi, che rivestiva la carica di vicesindaco, con deleghe ad Artigianato, Commercio, Sviluppo economico, all’Agricoltura, Fonti energetiche alternative, all’Automazione uffici; dottor Davide Felice, assessore alle Politiche giovanili, all’Ambiente ed Arredo urbano, ai Servizi Cimiteriali; assessore Rosario Paternò, con deleghe a Patrimonio, Sport e Spettacolo.
Il gruppo degli Indipendenti ha diffuso un primo documento politico, in quanto privato della possibilità di confronto sia con l’assemblea del Pd, di cui il primo cittadino è la massima espressione, sia in aula consiliare, nel corso della seduta appositamente convocata il 7 luglio, alle 19, per relazionare sul provvedimento adottato, e che, quindi, avrebbe dovuto garantire anche agli assessori revocati la possibilità di intervenire al dibattito, discutendo con il sindaco ed i consiglieri comunali.
Ciò non è stato loro permesso, per cui hanno ritenuto opportuno, al fine di informare la cittadinanza su quanto realmente accaduto, attraverso un documento politico.
Di seguito il testo:
Semplicemente la verità…
La democrazia è una conquista dei popoli liberali ottenuta, con grande sacrificio, dai nostri padri che vi hanno creduto profondamente.
In base a questo principio, chi amministra la “Cosa Pubblica” ha il dovere, in ogni circostanza, di favorire il dibattito in presenza di tutti i cittadini: cercare di evitare il confronto diretto non giova di certo a chi amministra correttamente.
Durante la seduta del Consiglio Comunale del 7 luglio, il Sindaco di Centuripe, Antonino Biondi, solo a conclusione della seduta consiliare, ha affermato che personalmente era d’accordo affinché gli assessori revocati si esprimessero in aula.
Se ciò fosse stato VERO, perché ha consentito che il Consiglio Comunale dibattesse per ben 2 ore sulla possibilità di ascoltare gli assessori revocati? Sarebbe stato utile affermarlo nella sua relazione introduttiva, permettendo così al Civico Consesso e a tutta la Cittadinanza di conoscere, attraverso il confronto, i fatti.
Già in un precedente consiglio comunale, Noi Indipendenti avevamo dichiarato pubblicamente ciò che poteva accadere, qualora fossimo riusciti ad ottenere il finanziamento di un’opera di rilevante interesse collettivo e, in quella stessa sede, è stato ribadito che ciò non avrebbe comportato il passaggio ad altro schieramento e, infatti, abbiamo esteso la nostra fiducia al Sindaco anche per una prossima legislatura.
La nostra formazione politica, fondata sulla Lealtà e sulla Comunicazione, impone prima le dimissioni e poi tutto il resto. Ed è proprio su questi due importanti principi che si impianta tutta l’azione politica del Nostro Gruppo.
Noi Indipendenti abbiamo sempre assunto una condotta lineare e corretta. Il Sindaco è sempre stato informato e documentato su tutto e, proprio lui, in ben diverse circostanze, ha affermato che l’interesse collettivo viene prima dei partiti.
Ciò premesso, ci si interroga:
– Perché il Sindaco non ha raccontato tutta la Verità al suo partito?
– Perché non ha ammesso apertamente che era disposto, per la GIUSTA CAUSA, ad andare OLTRE…?
Ciò avrebbe sicuramente evitato l’attuale crisi che certamente non giova a nessuno.
Durante la seduta di giunta, appositamente convocata per informarci del documento politico elaborato dalla sezione locale del PD, ci è stata addossata la responsabilità del loro crollo elettorale, con invito a rassegnare le dimissioni, in assenza delle quali, il Sindaco avrebbe provveduto alle revoche. Questo comportamento ha suscitato stupore persino da parte degli assessori dello stesso PD.
Tali affermazioni sono state puntualmente contestate, confrontate e, alla fine, condivise da tutta la giunta. A riprova di ciò, il Sindaco non ha ottemperato a quanto imposto dal Suo partito che chiedeva le dimissioni, e dunque ha accettato le eccezioni addotte, prendendosi una pausa di riflessione.
In considerazione di quanto sopra esposto, noi indipendenti abbiamo cercato con forza di aprire prima un dibattito all’ interno della coalizione per valutare tutti gli elementi che hanno generato la crisi ed eventualmente, solo dopo un’attenta analisi, presentare le dimissioni.
Non è corretto che in una coalizione, dove noi indipendenti siamo stati determinanti alla elezione del Nostro Sindaco con un consenso elettorale di oltre 600 voti e l’elezione di tre consiglieri, veniamo revocati prima di un doveroso confronto.
Solo attraverso questo strumento, ci sarebbe stata chiarezza, evitando così la paralisi amministrativa.
Essendo, quindi, parte di una Coalizione, quale diritto ha il PD di azzerare, prima di conoscere i fatti?
Cosa ha turbato il Segretario Provinciale del PD, avv. Giuseppe Arena, tanto da usare tale violenza politica nei confronti degli alleati? Forse la perdita di consenso?
E’ frustrante attribuire il crollo elettorale agli alleati, ma sarebbe utile rivedere le proprie scelte che evidentemente non sono state gradite dal proprio elettorato.
I cittadini sono ormai stanchi, non hanno più fiducia nella vecchia politica – la scarsissima affluenza alle urne testimonia quanto detto -.
Ci si aspetta da una nuova politica una sana ed economica gestione dei servizi.
Pertanto, rimaniamo in attesa di un pubblico dibattito, per confrontarci su quanto esposto”.