Enna. Festa della Patrona Maria Ss della Visitazione l’omelia Pontificale del Vescovo di Piazza Armerina mons. Michele Pennisi

Enna. L’omelia Pontificale del Vescovo di Piazza Armerina mons. Michele Pennisi: La festa di Maria SS. della Visitazione, patrona di Enna, costituisce uno dei momenti più espressivi della identità culturale e religiosa di questa città , che nei vari periodi della sua storia è stata caratterizzata da una serie di tradizioni religiose e da una attiva partecipazione alla vita della Chiesa.
Per noi cristiani i momenti più importanti della festa patronale non stanno nelle manifestazioni di carattere folcloristico, cose pur necessarie che servono da contorno alla festa, ma nei momenti di preghiera e di ascolto della Parola di Dio.
La festa della Visitazione della Madonna è una festa cristiana. Maria Ss. è presentata dalla tradizione ecclesiale non come una dea madre, ma come una vera donna, inserita nella storia che grazie alla sua fede è riempita della grazia divina .
Il culto a Maria Ss. Madre di Dio non è, come si sostiene talvolta acriticamente, una infiltrazione di miti pagani nelle fede della Chiesa, ma deriva la sua originalità dal mistero dell’incarnazione, che non ha cessato di scandalizzare i i filosofi pagani che ritenevano incompatibile il mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio con la trascendenza di Dio.
Già nel secondo secolo l’apologista San Giustino contrappone la storicità della nascita di Gesù e gli avvenimenti ad essa collegati con le fantasie dei miti inventati dai poeti.
L’avvocato siracusano Firmico Materno nel quarto secolo critica i miti pagani di Mitra e di Cerere e della Dee madri , descritti come creazioni umane artificiose, e presenta Maria come la nuova Eva, discendente di Abramo, la donna che per la sua fede e la sua obbedienza contribuisce alla salvezza dell’umanità ottenuta da Gesù Cristo e con la quale tutti i cristiani possono identificarsi.
C’è quindi una continuità nella discontinuità fra miti pagani e devozione mariana che tuttavia utilizza simboli universali, comuni alla storia delle varie religioni, che vengono ancorate però al mistero di Cristo , Verbo incarnato nella storia concreta dell’umanità.
La devozione alla Madonna in Sicilia non subentrò subito in sostituzione dei culti pagani , ma si diffuse soprattutto in seguito alla dominazione bizantina, tra il VI e il IX secolo.
Ma questa festa cristiana può diventare una festa pagana nella misura in cui ci si comporta da pagani separando la fede cristiana dalla vita e sottomettendosi agli idoli del neo paganesimo: il potere, il denaro, il piacere, le varie droghe che propina la nostra società consumistica.
Il salto di qualità operato dalla spiritualità biblica rispetto ai culti idolatrici e dal cristianesimo rispetto al paganesimo sta nello stretto rapporto fra culto e vita.
Non si può essere cristiani solo per i giorni della festa, ma bisogna esserlo sempre nella nostra vita quotidiana.
San Paolo nella seconda lettura ci dà una serie di esortazioni per la condotta cristiana nella vita di ogni giorno, che vanno dalla carità sincera ed operosa all’umiltà, alla stima reciproca, alla premura nell’ospitalità, alla gioia che scaturisce dalla speranza, alla fortezza nella tribolazione, alla preghiera fervorosa.
San Paolo ci da una esortazione che potrebbe sembrare scontata, ma che non lo è nella nostra società : “fuggite il male con orrore attaccatevi al bene”.
Ma per fuggire il male bisogna essere educati a distinguere ciò che è bene e ciò che è male. Questo oggi è diventato più difficile ed in molti parlano di emergenza educativa, che manifesta non solo la diffusa difficoltà ad educare, ma anche l’idea stessa di educazione.
Molti giovani vivono il presente con malessere e guardano al futuro con pessimismo ed angoscia e molti adulti si sentono incapaci di educare.
L’educazione oggi è messa a rischio dalle conseguenze del nichilismo che incomincia a serpeggiare fra le generazioni più giovani. Dal momento che in partenza si esclude che si possa ricongiungere la verità e praticare il bene è inutile ricercare: vengono così censurate le domande fondamentali della vita.
Ogni tentativo educativo è visto come una indebita ingerenza nella propria vita. In una società che non è più caratterizzata dal riconoscimento di valori assoluti, si attenuta la capacità educativa della famiglia e la scuola è ridotta a punto confuso di incontro e di scontro di pluralismi dispersi e di anonimato culturale.
In nome di una sterile “neutralità”, i giovani sono abbandonati alla loro solitudine e diventano sempre più incapaci di venire a capo della loro vita. Di fronte al ‘politeismo dei valori’, la mentalità corrente limita la linea di confine ad una certa tolleranza relativista, che è ben lontana dal rispetto autentico per l’altro e che invece genera disimpegno e qualunquismo culturale e può degenerare in violenza.
La crisi dei giovani è in gran parte derivata da una crisi degli adulti. Gli adulti hanno bisogno di riacquistare la giusta stima di sé, di essere aiutati a ripartire dal positivo della loro esperienza, di riscoprire la consapevolezza della loro responsabilità nei confronti delle nuove generazioni.
Di fronte al relativismo morale diffuso oggi nella nostra società la Chiesa ci presenta la figura di Maria Ss. Madre ed educatrice del Figlio di Dio come un punto di riferimento sicuro.
La Chiesa saluta la Madre di Dio, come “stella del mare”, perché essa costituisce un punto di orientamento sicuro nella nostra vita che è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca.
Il servizio animato dalla carità ha in Maria la sua motivazione più profonda nella la fede nella promessa del Signore e nella gratitudine e la gioia che derivava in Lei dalla certezza di essere ripiena della grazia divina e di essere strumento di salvezza per tutta l’umanità.
Maria fu mossa dal desiderio di comunicare alla cugina la gioia che essa provava per la “meraviglia” operata in lei dal Signore.
Questa festa è sotto il segno della gioia, a cominciare dall’invito del profeta Sofonia.
Il motivo di tanta gioia e’ la presenza di Gesù che Maria porta in sé: “Appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo”.
Elisabetta saluta Maria con una acclamazione che poi sarebbe entrata nell’ave Maria: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. E aggiunge il motivo della beatitudine di Maria: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Questa beatitudine e questa gioia trovano la loro espressione lirica nel Magnificat , espressione “dell’amore gioioso che canta e loda l’amato” come dice S. Bernardino da Siena.
Il Magnificat è l’inno di esultanza di Maria alla potenza salvifica del Signore che opera meraviglie rovesciando le situazioni umane di autosufficienza e prediligendo gli umili a cui fa sperimentare il suo amore misericordioso
Maria è l’immagine della Chiesa, che sostenuta dai sacramenti e con
la luce e la forza dello Spirito e’ chiamata a visitare e a servire l’umanità
perché riconosca Cristo come salvatore.
La Chiesa come Madre e maestra, per farsi percepire come la comunità
del grande sì di Dio all’uomo, per offrire un senso alla vita, attraverso il
fascino della verità e della bellezza dell’incontro con Gesù Cristo.
Ognuno di noi deve sentire la Madonna vicina alla sua esperienza quotidiana e deve scoprire con lei cosa significhi credere, sperare, amare, soffrire in unione con Cristo ad operare nella storia la sua opera di salvezza.
La Festa della Visitazione prolunga ed espande la gioia messianica della salvezza. Maria, arca della nuova alleanza, che porta nel suo grembo di donna il Verbo incarnato viene salutata da Elisabetta come Madre del Signore.
La Visitazione è l’incontro fra la giovane madre, Maria, l’ancella del Signore, e l’anziana Elisabetta simbolo dell’attesa messianica piena di speranza del popolo d’Israele.
L’Eucaristia mentre celebra l’accoglienza da parte di Maria del mistero dell’incarnazione del Verbo e la visita di Maria, prima missionaria della buona novella, alla cugina Elisabetta, attua incessantemente la visita di Dio alla sua Chiesa e alla nostra assemblea, ci invita ad accogliere con fede e con gioia la presenza viva del Signore per fare di ognuno di noi dei “portatori di Cristo”, dei testimoni della sua presenza.
Noi oggi preghiamo la Madonna perché interceda presso il suo figlio Gesù, perché Egli liberi la nostra gente dalla mancanza di senso per la loro vita, dalla tristezza e dalla noia, dalle ingiustizie e dai soprusi, dalle inefficienze e dalla illegalità e dall’incertezza per il futuro.
Affidiamo alla Madonna, la nostra città i suoi abitanti , perché viva nella concordia e nella pace, preghiamo per le persone malate e sole , per coloro che cercano un lavoro e per coloro che sono chiamati a vario titolo al servizio di questa città e provincia perché orientino ogni loro sforzo nella ricerca del bene comune.
Preghiamo per i giovani di Enna perché diventino adulti nella fede, pronti a rendere testimonianza della speranza cristiana, appassionati nella ricerca della verità nella carità, non conformisti nei confronti della mentalità dominante influenzata dall’egoismo e dalla vanità, perché qualcuno di loro rispondendo generosamente alla vocazione divina abbraccia la via del sacerdozio ministeriale o della vita consacrata.
Preghiamo perché possiamo accogliere Gesù, fonte della nostra gioia, nel nostro cuore con la fede di Maria e di servirlo nel nostro prossimo con la sua sollecitudine animata dalla carità”.

+ Michele Pennisi
Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina

2 luglio 2009

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redazione-vivienna