Enna. La terza commissione presieduta dal Consigliere comunale Salvatore Sanfilippo ha ritenuto opportuno discutere e proporre un dibattito in Consiglio comunale con all’ordine del giorno la legge 133 del 2008 meglio conosciuta come legge Gelmini.
Con l’applicazione di tale legge da un anno all’altro ci saranno 42 mila insegnanti in meno assieme a 8 miliardi di tagli in quattro anni. Un crescendo: 456 milioni nel 2009, 1.650 l’anno prossimo, 2.538 nel 2011, 3.188 nel 2012. Fino a poche settimane fa, erano solo numeri scritti su documenti ufficiali. Adesso, si stanno abbattendo concretamente sulla vita delle scuole italiane, man mano che ciascuna di esse viene a sapere quanti insegnanti in meno avrà l’anno prossimo. E ne trae le conseguenze: domande di tempo pieno non accolte, aumento del numero degli alunni per classe, riduzione dei rientri pomeridiani e dei tempi prolungati. Ne sanno già qualcosa gli utenti delle scuole di ogni ordine e grado, con relativi genitori nel panico. Alle elementari i risparmi sono affidati all’abolizione del modulo e al tetto al tempo pieno (garantito, in teoria, solo dove già c’era).
Le scuole medie sono quelle che subiscono i tagli più forti: meno 15.500 professori mentre gli studenti saranno oltre 7 mila in più. Alle superiori, come antipasto della riforma che arriverà l’anno prossimo, per adesso si amputano 11.350 posti. Parole magiche per ottenere i tagli sono: abolizione delle compresenze, riordino delle cattedre. Che vuol dire, meno ore di lezione con più studenti e con un solo docente per volta. E per le medie, cenerentola della scuola, meno lingue straniere e meno lettere. Ma per capire come sarà la scuola che riapre a settembre, conviene partire dal basso: dalle classi e dagli orari, che in questi giorni in tutta Italia stanno prendendo forma. Nella nostra provincia si prevede un taglio drastico di oltre 500 posti di lavoro nel prossimo triennio (circa 100 per la scuola primaria, 120 per la scuola media di primo grado e circa 200 per il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario). Quindi è come se per il nostro territorio si stesse chiudendo una fabbrica pari alla Fiat di Termine Imerese, con relative drastiche conseguenze alla già tanto martoriata provincia ennese.
E’ convinzione del Consigliere Sanfilippo che se tale legge dovesse andare avanti e rimanere così com’è va a minare due diritti fondamentali della costituzione italiana che sono l’istruzione e il lavoro. È necessario mobilitarsi fare il possibile e l’impossibile per far abrogare la legge in oggetto. Non è accettabile spazzare via trent’anni di sperimentazione, di scoperte, di lavoro nella scuola primaria per un mero obbiettivo politico! Senza parlare poi di che fine faranno i precari, ossia coloro che hanno garantito il normale funzionamento della scuola nell’ultimo ventennio e ora vengono cancellati, non considerati, come se non fossero mai esistiti! La qualità della scuola passa anche attraverso loro. Cosa faranno ora persone alla soglia dei 40 anni o over40? Si devono reinventare il futuro? È mai possibile, in uno stato civile, non tutelare i diritti di migliaia di lavoratori, già abbastanza provati da politiche sbagliate degli anni passati?
Ed in merito allo studio del Consigliere Salvatore Sanfilippo, il Presidente del Consiglio Comunale di Enna, Paolo Gargaglione, ha diramato la seguente nota:
“Mercoledì pomeriggio dando seguito ad una richiesta fatta dalla 3’ commissione consiliare, e sentita la commissione capigruppo, ho convocato il consiglio comunale che tra i punti posti all’ordine del giorno doveva trattare il problema della scuola alla luce della riforma Gelmini.
Grazie al coinvolgimento delle forze sindacali e dopo aver consumato diverse commissioni consiliari si è stilato un documento in cui si denunciano gli effetti drammatici che produrrà la legge Gelmini nel prossimo triennio con la soppressione nella nostra Provincia di ben 500 posti di lavoro.
Dopo l’approvazione del consiglio comunale di Enna era intenzione dei componenti della 3’ commissione consiliare, fare condividere tale ordine del giorno a tutti i consigli comunali della Provincia a difesa della scuola pubblica ed a salvaguardia dei livelli occupazionali. Nonostante la delicatezza del momento, non è stato possibile trattare il punto perché 19 consiglieri comunali per ben due volte non hanno ritenuto di partecipare al dibattito. A tal riguardo esprimo il mio più profondo rammarico e disappunto per il comportamento di taluni consiglieri comunali, che in questo modo vanificano l’impegno e la passione di una sparuta minoranza di consiglieri che con molta dignità cercano di espletare il proprio ruolo nel migliore dei modi. Alla luce di quanto accaduto è doveroso da parte mia ringraziare i sindacati per la loro fattiva collaborazione e per la presenza alla seduta del consiglio comunale ed inoltre intendo stigmatizzare con forza un atteggiamento che squalifica e delegittima sempre di più la massima espressione politica cittadina”.