PALERMO. Secondo appuntamento, dopo quello di sabato scorso a Ustica, per le iniziative organizzate per celebrare la figura di Vincenzo Tusa, pioniere dell’archeologia mediterranea e dello studio delle civiltà elima e punica in Sicilia.
Venerdì 12 e sabato 13 al Baglio Florio del Parco Archeologico di Selinunte (Trapani), alle 9,30, si discuterà sul tema “Selinunte ed il Mediterraneo nelle nostre vite. Il ruolo di Vincenzo Tusa nella scoperta delle popolazioni della Sicilia antica”. Due giornate di studi per mettere in evidenza la peculiarità di Tusa come studioso delle tre civiltà della Sicilia antica (punica, greca ed elima), ma anche come operatore culturale attivo nella tutela del patrimonio culturale della Sicilia occidentale che ebbe come effetto, fra l’altro, la creazione del Parco archeologico di Selinunte.
L’iniziativa sarà aperta da Giuseppe Gini, soprintendente ai Beni culturali di Trapani, Girolamo Turano, presidente della Provincia di Trapani, Gianni Pompeo, sindaco di Castelvetrano e Sebastiano Tusa, soprintendente del Mare. Dopo di loro interverranno numerosi studiosi e docenti, tra i più importanti esperti nazionali e internazionali di archeologia mediterranea.
Oltre alle relazioni è prevista una serata di gala venerdì che ospiterà alle 22 anche la videoinstallazione “seLInuNTe XYz>rGb”, opera per immagini e suoni Salvo Cuccia, musiche di “Curva minore piccolo ensemble” con Lelio Giannetto (contrabbasso), Alessandro Librio (violino) featuringMiriam Palma (voce), ideazione e progetto Eleonora Cordaro, concept suono Benni Atria, direttore della fotografia Vincenzo Marinese.
Le giornate selinuntine, finanziati con uno stanziamento speciale a completamento dei fondi del Por Sicilia 2000-2006, sono organizzate dalla Soprintendenza del mare di Palermo, dalla Soprintendenza dei beni culturali di Trapani, dal Servizio per i beni archeologici della stessa Soprintendenza, dal Comune di Castelvetrano e dalla fondazione Kepha.
Vincenzo Tusa, scomparso lo scorso 5 marzo, diede un grande imprinting alla ricerca scientifica applicata all’archeologia, dagli anni Sessanta in poi. Il suo lavoro ebbe importanti conseguenze come l’avvio della ricerca sui Fenici, Punici ed Elimi in Sicilia, popolazioni e culture prima di allora sconosciute, ma anche nell’ambito dell’archeologia subacquea e per l’innovazione di un metodo d’indagine archeologica che spostò l’attenzione dello studioso dalla sola analisi dei reperti come esempi di arte antica alla ricerca sulla cultura materiale che quei reperti rappresentavano, senza perdere di vista l’uomo che li produsse. Fu Tusa, fra l’altro, a realizzare una sezione archeologica subacquea nel Museo Nazionale di Palermo, la prima in Sicilia insieme con il museo di Lipari. Fu lui ad intraprendere campagne di scavo sistematiche nei siti di Mozia, Segesta e Selinunte alla scoperta delle popolazioni indigene, fenicio-puniche ed elime della Sicilia. Fu lui ad impiantare una serie cospicua di collaborazioni nazionali ed internazionali per la ricerca archeologica nella Sicilia occidentale. Infine, fu lui a lottare duramente contro la mafia per la salvaguardia dei siti archeologici della Sicilia occidentale realizzando il primo parco archeologico d’Italia a Selinunte.
Salvo Butera