Enna. “Incomprensibile, ancor prima che illegittima, la “Determina” sindacale n.94 del 29 maggio scorso con la quale il sindaco Agnello ha approvato le tariffe 2009 per i rifiuti solidi urbani, in palese contrasto con le migliaia di sentenze emesse dai vari organi istituzionali amministrativi e tributari e in totale spregio di ogni dettato normativo nazionale che regola la materia dei rifiuti”. E’ quanto sostengono il presidente e il vice presidente del Centro studi “Antonio Romano”, Mario Orlando e Antonino Occhipinti. La Determina è l’atto conseguenziale del sindaco Agnello dopo che il Consiglio comunale non è stato nemmeno convocato per approvare la Tarsu 2009, presupposto amministrativo indispensabile per poterla varare, entro la data ultima di presentazione del bilancio previsionale del Comune, quest’anno fissata al 31 Maggio. Bilancio di previsione ancora da approvare, in quanto il Comune dopo il dissesto di qualche anno fa ancora non è nelle condizioni di rispettare il patto di stabilità che impone la legge, per cui si aspettano circa 7 milioni di euro previsti dalla finanziaria regionale per poterlo riequilibrare. “E così, per l’ennesima volta, l’amministrazione comunale è finita in un vicolo cieco –spiegano Orlando e Occhipinti-. Il sindaco Agnello, con il colpo di mano della Determina, che successivamente dovrebbe portare in consiglio comunale, si è fatto carico di approvare la Tia. Tariffa per la quale i contribuenti negli anni passati si sono opposti presentando articolati ricorsi sia direttamente che tramite le associazioni alla Commissione tributaria, mandando di fatto in crisi l’intero sistema dei rifiuti in provincia di Enna”. La Detemina in questione che richiama la delibera del Consiglio comunale n.24 del 12 aprile 2006, con la quale veniva approvato il “Regolamento comunale per l’istituzione e l’applicazione della Tia”, secondo il Centro studi Romano “è illegittima e incostituzionale perchè viola diverse leggi (il Decreto legislativo 152/2006 vieta ai Comuni di passare da Tarsu a Tia)”. “A specificarlo, tra l’altro –sostengono Orlanndo e Occhipinti-, è stato il Ministero dell’Economia e delle finanze e non ultima la Finanziaria dello Stato 2009. Infatti, i Comuni non possono abbandonare il sistema di prelievo relativo ai rifiuti vigente. La ragione di tale divieto è da ricercare nella volontà del legislatore che, nelle more della completa attuazione delle disposizioni recate dal D.Lgs, ha inteso evitare qualsiasi modifica del regime adottato dall’ente locale al fine di impedire l’insorgenza di ulteriori incertezze applicative”. Il centro studi Romano, che sin’ora ha condotto con piglio deciso e puntuale l’opposizione al caro bollette, si dichiara “espressamente perplesso sul comportamento del Sindaco” e ricorda come già “Agnello l’11 dicembre 2006 abbia approvato tariffe proposte dall’Ato in violazione dela normativa che prevede la proroga della Tarsu”.
Giacomo Lisacchi