Legambiente Sicilia. Emergenza rifiuti: La politica azzeri tutto e cambi rotta

“La situazione che sta vivendo la città di Palermo non stupisce – dichiarano Stefano Ciafani responsabile scientifico di Legambiente e Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia -.Già da troppo tempo avevano denunciato la pessima gestione dei rifiuti, con la mancanza totale di politiche per incentivare la raccolta differenziata. E adesso siamo alla resa dei conti. Non era certamente pensabile risolvere lo sfascio dell’Amia aumentando ulteriormente la tassa sui rifiuti, che è già la più cara d’Italia, e adesso l’amministrazione Cammarata dovrà seriamente pensare ad un piano che risolva l’emergenza, tutelando anche i lavoratori. Non vorremmo che anche in questa occasione, come già è accaduto per la Campania, si sfruttasse questa emergenza, che è tutta di natura economica e non ha nulla a che vedere con la carenza di impianti, per sostenere la disastrosa scelta di sostituire in Sicilia la gestione integrata dei rifiuti, prevista dalle norme italiane ed europee, con il loro incenerimento. Nell’isola un’emergenza rifiuti esiste dalla fine degli anni novanta, la politica l’ha fin qui utilizzata per operazioni clientelari ed a sostegno del gigantesco affare dell’incenerimento. Infatti, come ha scritto nella sua dura censura la Corte dei Conti, a fronte di investimenti per centinaia di milioni, la raccolta differenziata è “passata” dal 3 al 6 per cento. Questo fallimento è il frutto di una pianificazione demenziale ed in palese contrasto con le direttive europee che va azzerata, ricominciando tutto da capo. Per evitare danni ancora maggiori di quelli che si stanno verificando in queste ore, è necessario che la politica cambi radicalmente rotta puntando su un vero modello di gestione integrata dei rifiuti, trasformando il problema in una grande occasione di sviluppo industriale, così come è avvenuto in Lombardia negli anni novanta. Anche in Campania esiste la realtà virtuosa di Salerno dove la raccolta differenziata è all’80 per cento. Nella regione Sardegna in 5 anni si sono fatti passi in avanti, paragonali a quelli fatti in Lombardia ed in Veneto in 15 anni. Nel 2000 la Sardegna era l’ultima regione d’Italia con il 2 per cento, al dicembre 2008 la differenziata ha raggiunto l’ 8 per cento. Solo così – concludono Ciafani e Fontana – si potranno fare realmente gli interessi dei cittadini visto che nelle migliori realtà, sia al sud che al nord, il costo annuo a famiglia si aggira sui 150/160 euro, mentre attualmente, in assenza di raccolta differenziata, per il semplice smaltimento, le famiglie siciliane pagano da 300 a 500 euro l’anno”.

Teresa Campagna
Alessandra Ferraro

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