Assolto il Sindaco di Agira

Agira. L’ingegnere Gaetano Giunta, sindaco di Agira attualmente sostituito dal commissario ad acta, è stato assolto con formula piena al processo penale che si è concluso ieri mattina dinanzi al tribunale di Nicosia. Assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di “falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in certificati”, per fatti che riguardano un periodo nel quale non rivestiva alcuna carica pubblica. La sentenza è stata pronunciata ieri mattina, dopo una brevissima camera di consiglio dal giudice monocratico Alessandro Dagnino, dinanzi al quale si è celebrato il processo che si era aperto circa 10 mesi fa. Ancora non si conoscono le motivazioni della sentenza, ma l’assoluzione ampia indica che per il giudice Giunta, nell’ambito dell’incarico professionale che stava svolgendo, non commise alcun reato dichiarando il falso, come invece sostenuto dall’accusa. Si è così concluso il primo grado del processo penale al centro della complessa vicenda che ha avuto ed ha tuttora non solo risvolti penali ma anche civili e amministrativi, e che ha portato alla pronuncia di decadenza del sindaco Giunta ed alla nomina da parte dell’assessorato regionale Enti locali, del commissario regionale. L’ingegnere Giunta ieri era in aula ed ha assistito alla lettura della sentenza. Evidentemente soddisfatto per l’esito del processo ha tuttavia mantenuto grande compostezza evitando manifestazioni eccessive di gioia, un atteggiamento che tuttavia ha mantenuto durante tutto il processo, probabilmente dettato dalla circostanza che Giunta si è sempre detto molto sereno e fiducioso che la giustizia avrebbe chiarito la vicenda. Secondo le accuse nella veste di ingegnere direttore dei lavori di urbanizzazione della lottizzazione “Calabrese”, Giunta nel certificato finale avrebbe falsamente dichiarato che vi erano “lievi modifiche rientranti nelle competenze del direttore dei lavori”. Per l’accusa le presunte “lievi modifiche” che riguardano la pendenza della strada che consente l’accesso ai vari lotti era quasi il doppio di quella prevista, il che la renderebbe pericolosa soprattutto nel periodo invernale anche per l’esposizione e la possibile formazione di ghiaccio. Sulla scorta di questa ipotesi, formulata dalla procura di Nicosia che aveva svolto le indagini e chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio, il pm Maria Lo Papa aveva chiesto la condanna a 6 mesi, ma il giudice ha accolto “in toto” le tesi difensive secondo le quali la modifica era “lieve e comunque rientrate nei limiti che per legge sono riservati alla direzione dei lavori”, di conseguenza non vi fu alcuna falsa dichiarazione nel certificato.

Giulia Martorana

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