Enna. Castello di Lombardia e Torre di Federico, i monumenti più importanti e rappresentativi del capoluogo ennese, invasi dalle erbacce con strutture anche arrugginite, il museo Alessi, che si trova accanto al Duomo e che contiene tesori inestimabili del passato, chiuso dal primo gennaio del 2006 e con prospettive non certo brillanti, il museo Variano, gestito dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, visitabile a singhiozzo. Un’offerta turistica quella del capoluogo ennese, che fa a pugni con la logica, che mette in crisi chi con il turismo vorrebbe sopravvivere. Sono anni che evidenziamo come il Castello di Lombardia, tra i più belli d’Italia, viene sottovalutato e sottostimato da parte di tutti, nessuno escluso. Non c’è una programmazione serie e concreta da tantissimo tempo, non ci sono interventi concreti per dargli decoro e presentarlo ai turisti in tutto il suo splendore, anzi gli autobus dei turisti hanno difficoltà ad arrivare nella zona del Castello perché la via Cittadella con le macchine parcheggiate in ambo i lati, rende difficile la loro manovra. Anche la villa Torre di Federico e la stessa Torre si trovano nelle stesse condizioni: erbacce ovunque, sedili arrugginiti, la “torre” che non è visitabile con continuità. Si tratta di due monumenti che meriterebbero attenzione sia da parte dell’amministrazione comunale che anche dalla Provincia regionale perché “storicamente” sono tra i più importanti della Sicilia. Il museo Alessi meriterebbe un capitolo a se perché chiuso da tre anni e cinque mesi, non ha suscitato alcuna reazione sia per la Provincia regionale sia per il Comune. Vero è che il museo Alessi è della Fabbriceria del Duomo, ma è anche vero che è un luogo dove si trovano reperti archeologici di notevole interesse storico, che dovrebbero essere messi a disposizione dei turisti italiani e stranieri, che vengono ad Enna convinti di poterlo visitare. Possibile che non si trovi un modo per rimetterlo a disposizione della collettività ? Possibile che non possa esserci una collaborazione tra Provincia e Comune per cercare di trovare le disponibilità finanziarie che consenta di pagare il personale (prima della chiusura era gestito dalla cooperativa Demetra) e,quindi di aprire il museo? Sono interrogativi che meriterebbero delle risposte concrete, senza tergiversare, perché il turismo è una componente essenziale nella crescita di un territorio, solo che ad Enna l’offerta turistica continua ad essere modesta, non, in verità, è pessima.
Di tutte le varie situazioni relative il turismo in tutta la provincia di Enna, vedesi l’ultima della fuoriuscita del Castello di Sperlinga (anche se provvisoria, come fa sapere l’amministrazione sia comunale che provinciale) dal circuito dei ‘Borghi più belli d’Italia’, del forte calo delle presenze, anche del mordi e fuggi, non se ne occupa nessuno. L’importante per i nostri amministratori sembrerebbe a questo punto, invece di risolvere le problematiche, pensare come annunciato al possibile gemellaggio tra la Provincia di Enna e la Provincia di Zhejiang, una delle tredici province della Repubblica cinese.
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Su autorizzazione della collega Giulia Martorana riportiamo quanto pubblicato oggi sul quotidiano ‘La Sicilia’ su Sperlinga, dal titolo:
‘Il degrado è una realtà’:
Sperlinga. “Purtroppo il degrado e la sporcizia dei luoghi del turismo sperlinghese sono una realtà”. A dichiararlo il consigliere di minoranza Michele Lo Bianco, che replica alle affermazioni del sindaco Pino Matarazzo, secondo il quale a determinare l’esclusione del comune dal “Club dei borghi più belli d’Italia”, sarebbe stata la mancanza di strutture ricettive per i turisti e non certo la situazione di degrado del castello medievale e del borgo rupestre che era stata denunciata dall’associazione “Sperlinga solidale” e dalla minoranza. La minoranza peraltro da tempo aveva raccolto un dossier fotografico nel quale ha documentato quello che ritiene stato di abbandono di alcune aree del piccolo centro e soprattutto dei due poli di attrazione turistica: castello e borgo.
Anche l’associazione “Sperlinga solidale” aveva sostenuto che il castello è invaso dalle erbacce e dai rifiuti, chiedendo che venisse anche migliorata l’offerta ai turisti, con un servizio di guide, considerato che i visitatori pagano il biglietto per entrare e che quindi sarebbe opportuno che venissero accompagnati non tanto da “volontari” che lo fanno per passione e non sempre sono disponibili, ma da personale che deve essere sempre sul posto. Sollecitata l’attivazione del centro informativo che avrebbe dovuto essere realizzato nei locali dell’ex mattatoio comunale, appositamente ristrutturato ma mai aperto.
“La situazione di Sperlinga – attacca Lo Bianco – non può essere esorcizzata con il maldestro espediente della menzogna che sarebbe stata inventata dagli avversari a fini propagandistici. Magari fosse solo una bugia. Purtroppo però sono veri e documentati lo stato di incuria e di abbandono del castello medioevale e delle grotte trogloditiche, come lo sono il dissesto della viabilità esterna e interna, il degrado degli edifici comunali e degli impianti sportivi, con il campo di calcio sul quale ormai pascolano le pecore. Non serve lanciare accuse a chi ha voluto segnalare che il nostro piccolo centro rischia di perdere quel posto negli itinerari turistici che si è conquistato con venti anni di lavoro di tanti sperlinghesi che hanno lavorato per promuoverlo. Servono soluzioni concrete e immediate”.