L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e l’Antitrust hanno recentemente pubblicato un’indagine conoscitiva “riguardante le condizioni di mercato e concorrenziali dei servizi sms, mms e i servizi dati in mobilità”. L’indagine, svolta congiuntamente dalle due Autorità, ha messo in luce alcune peculiarità del mercato italiano che, per questi servizi, vale circa 4 miliardi di euro ed è in stabile crescita.
In premessa va rilevato che l’Italia, sebbene presenti valori di penetrazione della telefonia mobile molto più alti (oltre il 150%) che nel resto d’Europa, abbia una posizione più arretrata per quanto riguarda la diffusione dei servizi “dati” (sms, mms e internet mobile) .
Il mercato degli SMS ha superato i 2 miliardi di euro ed è in continua crescita. Si tratta tuttavia di un mercato più piccolo rispetto agli altri pesi europei (in Italia solo la metà della clientela mobile utilizza gli sms contro l’80% del Regno Unito, Germania e Francia) e relativo soprattutto alla fascia di età 10-45 anni.
Una delle principali evidenze emersa dall’indagine è la presenza di prezzi molto divaricati: si va dai 15 €cent per le offerte base ad 1 €cent per alcune opzioni tariffarie legate a promozioni o per gli sms scambiati tra i clienti di uno stesso operatore.
Da qui l’esigenza di una maggiore trasparenza tariffaria verso i consumatori, così da renderli consapevoli dell’esistenza di offerte più vantaggiose, anche al fine di evitare che gli operatori mobili limitino – in modo ingiustificato – ad alcune categorie di clientela le tariffe più favorevoli.
Un ulteriore elemento rilevante è il livello dei prezzi praticati in Italia per le offerte base, che risulta superiore alla media degli altri paesi europei: conseguenza di ciò è che oltre la metà dei clienti non usa gli sms, mentre – tra quanti usano il servizio – 2/3 ne fa un utilizzo assai limitato.
Una riduzione di prezzo – quindi – dovrebbe incentivare la diffusione del servizio. Tra l’altro i prezzi al dettaglio degli SMS, i controtendenza con quasi tutti gli altri servizi delle TLC, sono aumentati dal 2002 ad oggi (da 12,5 €cent ai 15€cent nelle principali offerte base). Indicazioni verso le riduzioni di prezzo sembrano emergere anche alla luce del recente Regolamento sul roaming adottato dalla Commissione europea, che stabilisce dal 1° luglio prossimo tetti massimi sia ai prezzi al dettaglio (11 €cent) che all’ingrosso degli sms internazionali.
Mentre il mercato degli MMS è il meno significativo per volumi e ricavi (81,2 milioni di euro nel 2008), sono i servizi dati in mobilità a rappresentare l’elemento più dinamico.
In particolare l’indagine ha messo in luce che tale mercato – che si articola in servizi di accesso ad Internet, traffico WAP e servizi a soprapprezzo (musica, giochi, suonerie..) – cresce a ritmi sostenuti, e vale oltre 1,5 miliardi di euro nel 2008. E’ inoltre caratterizzato da una clientela più matura rispetto al mercato degli sms (soprattutto per la componente legata all’utilizzo di terminali mobili per la connessione ad Internet) e meno sensibile al prezzo.
Il principale problema riscontrato è la mancanza di chiarezza nei confronti della clientela circa le condizioni economiche e contrattuali, oltre che sulle stesse prestazioni del servizio.
Si è accertato che vigono condizioni contratti che bloccano per lungo tempo il cliente, vietandogli il recesso prima di un certo periodo, a meno di non incorrere in penali. Si tratta di modalità contrattuali che sono state più volte censurate dalle due Autorità. Da qui la necessità di rimuovere i vincoli contrattuali penalizzanti per il cliente.
Inoltre, un’ulteriore criticità è rappresentata dalla diffusione del c.d. bill shock “le bollette pazze”, ossia di clienti che si vedono recapitare bollette di diverse migliaia di euro per connessioni ad internet da terminali mobili. Questo perché in molti casi l’utente non ha chiara percezione del costo associato alla fruizione di Internet in mobilità.
Al riguardo, potrebbe essere opportuno introdurre meccanismi di controllo della spesa mensile del cliente, come avviene ad esempio su alcune numerazioni di telefonia fissa ritenute “a rischio”, o di blocco della fruizione del servizio una volta raggiunto un certo ammontare massimo di spesa.
Infine, un altro elemento problematico per le tasche dei consumatori riguarda le modalità di tariffazione. In particolare è diffusa la tariffazione a scatti anticipati per cui il cliente ha un addebito per una data quantità di tempo (ad es. 15 minuti) di collegamento ad Internet mobile, a prescindere dall’effettivo consumo di tale tempo. Anche in questo caso spesso il cliente non è consapevole degli impatti sul prezzo finale dei minuti incrementali, o addirittura dei secondi, di utilizzo del terminale.
Su tutti questi profili di tutela del consumatore, le due Autorità sono comunque intervenute numerose volte e, anche alla luce delle risultanze dell’indagine, rafforzeranno la vigilanza.
Michele Lauria
Commissario Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni