Enna. Diventa esplosiva ad Enna ed in provinciale la questione della raccolta dei rifiuti con gli operai che protestano, organizzando un sit-in in piazza Vittorio Emanuele, centro storico ennese, perché da tre mesi non ricevono stipendi arretrati, con il consiglio di amministrazione di SiciliaAmbiente, che è la società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti in tutto il territorio provinciale, che ieri sera ha rassegnato le dimissioni perché non è più nelle condizioni di operare, con i sindaci dei venti comuni dell’ennese, che dal mese di marzo non riescono ad elaborare con i consigli comunali i pieni economici per il costo del servizio per cercare di avere un dato generale sul costo complessivo del servizio, al quale aggiungere il costo del deposito in discarica. Allo stato attuale, e lo ha ribadito il presidente della commissione liquidatrice, Salvatore Ragonese, soltanto 9 comuni su 20 hanno cercato di elaborare dei piani economici, ma ci sono “delle varianti”, che sicuramente creano problemi e difficoltà su una situazione che è diventata poco controllabile. SiciliaAmbiente, e lo hanno dichiarato gli stessi operai, nonostante le difficoltà finanziarie quotidiane ha cercato di effettuare il servizio, ma è chiaro che si tratta sempre di situazioni provvisorie che non presuppongono una soluzione definitiva, e chi, gli utenti che non hanno pagato, ora viene difficile poter pagare tutto l’arretrato. Gli operai, provenienti da tutta la provincia, si sono riuniti in sit-in hanno evidenziato che la situazione è difficile e potrebbe esplodere da un momento all’altro.
“I nodi sono arrivati al pettine – sostengono rappresentanti sindacali ed operai – con le dimissioni annunciate del presidente di SiciliaAmbiente, professor Rosario Agozzino ed è emersa la grande responsabilità sull’intera vicenda che hanno i sindaci, i quali non hanno mai guardato con attenzione la situazione che si sta verificando all’interno del settore igiene ambientale”. “I danni che la politica ha provocato in tutto il settore sono enormi – evidenzia Giovanni La Valle della Cgil – Ci aspettiamo dal presidente della Provincia, Pippo Monaco, e dai sindaci delle risposte chiare e certe perché non bisogna dimenticare che ci sono 500 lavoratori che aspettano da tre mesi le loro spettanze, senza contare che il settore continua a rimanere precario e preoccupante. Le maestranze negli ultimi quattro anni hanno dimostrato grande spirito di sacrificio ed abnegazione, hanno lavorato senza retribuzioni, hanno assicurato un servizio anche con attrezzature poco idonee”. Salvatore Ragonese sostiene che entro il 26 maggio i sindaci tutti dovranno presentarsi con i piani economici, che qualche spiraglio si è registrato nella riunione di Palermo con la Serit e tra una diecina di giorni si potrebbero avere delle certezze sulla possibilità di avere qualche soldo e pagare qualche arretrato agli operai, ma c’è ancora da attendere.