Sicilia. Inaugurata a Roma mostra antichi telai
Enna-Cronaca - 12/05/2009
PALERMO – E’ stata inaugurata stamattina, presso la sede della Fondazione Memmo, a Palazzo Ruspoli, in via del Corso, a Roma, la mostra “Antichi telai. Tessuti d’arte del patrimonio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno”.
L’allestimento prevede l’esposizione di abiti liturgici, arazzi, paliotti e vari arredi databili tra il Cinquecento e la fine dell’Ottocento, abitualmente conservati all’interno delle chiese di proprietà del Fondo. Le aree storico-geografiche di provenienza dei diversi beni esposti sono i territori che fino al secolo scorso costituivano il Granducato di Toscana, lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie.
Il percorso espositivo permette quindi di apprezzare le diversità stilistiche e culturali delle manifatture locali, in grado di realizzare veri capolavori d’arte anche grazie alla raffinata rarità dei materiali costitutivi utilizzati. Grande rilevanza, all’interno della mostra, assumono le opere provenienti da Palermo e, in particolare, dalle chiese del Gesù a Casa Professa, di San Giuseppe dei Teatini, di San Francesco di Paola, di San Domenico e di Santa Maria degli Angeli. Ben due sale del percorso sono pertanto occupate dai cosiddetti paliotti ‘architettonici’ seicenteschi ricamati con sete, coralli e granati in cui predomina il disegno progettuale di terrazze, porticati, esedre, altari, fontane, resi secondo un rigoroso senso prospettico, secondo disegni preparatori abilmente forniti da architetti siciliani e successivamente tradotti da raffinati ricamatori specializzati.
Ancora altri paliotti, recentemente restaurati, ricamati in oro, argento e sete policrome provenienti dalla chiesa del Gesù, forniscono al visitatore l’idea dello sfarzo e della ricercatezza, anche iconografica, richiesta dalla committenza religiosa del tempo. In esposizione anche un inedito piviale proveniente dalla chiesa di San Domenico, databile intorno al 1700, dove un su un fondo interamente rivestito di fili d’argento emerge, tra girali vegetali fioriti, il ritratto di San Domenico, connotato da un efficace naturalismo, realizzato con fili di seta policroma.
Conclude il percorso espositivo il tabernacolo barocco proveniente dalla chiesa francescana della Gancia, in legno intagliato, dipinto e dorato in cui si apprezza il particolare ricamato del rivestimento interno.
Laura Compagnino